
“Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette” (Gv 20,8)

Giovanni 19: La croce, il trono di Cristo
1. La flagellazione e la condanna a morte (Gv 19,1-16)
Dopo l’interrogatorio, Pilato cerca ancora di liberare Gesù, ma i Giudei insistono per la sua condanna.
“Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare” (Gv 19,1)
I soldati lo scherniscono, gli mettono addosso un mantello di porpora e gli pongono una corona di spine sul capo, dicendo:
“Salve, re dei Giudei!” (Gv 19,3)
Pilato porta Gesù fuori e dice alla folla:
“Ecco l’uomo!” (Gv 19,5)
Questa frase è fortissima. Gesù è l’uomo sofferente, umiliato, colpito, ma anche il vero Uomo, il nuovo Adamo che salva l’umanità.
I sommi sacerdoti gridano:
“Crocifiggilo! Crocifiggilo!” (Gv 19,6)
Pilato risponde:
“Prendetelo voi e crocifiggetelo! Io non trovo in lui colpa” (Gv 19,6)
Ma alla fine, sotto la pressione della folla, Pilato si arrende e lo consegna per essere crocifisso.
2. La crocifissione (Gv 19,17-27)
Gesù porta la sua croce fino al Golgota, il luogo del cranio.
“Lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo” (Gv 19,18)
Pilato fa mettere sulla croce un cartello con scritto:
“Gesù il Nazareno, il re dei Giudei” (Gv 19,19)
I sommi sacerdoti protestano, ma Pilato risponde:
“Quel che ho scritto, ho scritto” (Gv 19,22)
Sotto la croce ci sono poche persone:
- Maria, sua madre
- Maria di Clèofa
- Maria Maddalena
- Giovanni, il discepolo amato
Gesù, anche nel dolore, pensa a sua madre:
“Donna, ecco tuo figlio!” (Gv 19,26)
E a Giovanni dice:
“Ecco tua madre!” (Gv 19,27)
Cosa significa?
- Gesù affida Maria a Giovanni, ma simbolicamente la affida a tutta la Chiesa. Maria diventa la Madre di tutti i credenti.
3. La morte di Gesù (Gv 19,28-37)
Gesù, sulla croce, sapendo che tutto è compiuto, dice:
“Ho sete” (Gv 19,28)
Gli danno aceto su una spugna. Poi pronuncia le sue ultime parole:
“Tutto è compiuto!” (Gv 19,30)
E infine:
“E, chinato il capo, consegnò lo spirito” (Gv 19,30)
Gesù muore, ma non come un perdente: “Tutto è compiuto” significa che ha portato a termine la missione per la quale era venuto nel mondo. La nostra salvezza è stata compiuta!
I soldati, per accertarsi della sua morte, gli trafiggono il costato con una lancia, e ne escono sangue e acqua (Gv 19,34). Questo è un segno potente:
- Il sangue rappresenta l’Eucaristia.
- L’acqua rappresenta il Battesimo.
Dalla croce nasce la Chiesa!
4. La sepoltura di Gesù (Gv 19,38-42)
Dopo la sua morte, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo (che aveva incontrato Gesù di notte in Gv 3) chiedono il corpo per seppellirlo.
Lo avvolgono in teli di lino e lo pongono in un sepolcro nuovo.
Ora tutto sembra finito. Ma noi sappiamo che questa non è la fine!
Riflessione e attualizzazione
- Pilato sapeva che Gesù era innocente, ma per paura ha ceduto: anche noi, a volte, scegliamo il compromesso invece della verità?
- Gesù accetta la croce con amore: siamo disposti a portare la nostra croce quotidiana?
- Maria è ai piedi della croce: siamo vicini a lei come Giovanni? La consideriamo nostra madre?
- Dalla croce nasce la Chiesa: viviamo davvero i sacramenti che scaturiscono dal suo sacrificio?
Altro capitolo
Ora arriviamo al capitolo 20 del Vangelo di Giovanni, il capitolo della Risurrezione. Dopo il dolore della croce, qui esplode la gioia della vittoria di Cristo sulla morte. Questo è il cuore della fede cristiana: Gesù è risorto!
Giovanni 20: La vittoria sulla morte
1. Il sepolcro vuoto (Gv 20,1-10)
“Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro” (Gv 20,1)
Maria Maddalena è la prima a scoprire il sepolcro vuoto e corre a dirlo a Pietro e Giovanni.
I due discepoli corrono al sepolcro. Giovanni arriva per primo, ma aspetta Pietro prima di entrare. Questo dettaglio mostra il rispetto per l’autorità di Pietro, anche se Giovanni è più veloce.
Entrano e vedono i teli di lino piegati, ma non vedono ancora Gesù.
“Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette” (Gv 20,8)
Giovanni crede senza aver ancora visto Gesù risorto. La sua fede è immediata!
2. L’incontro di Maria Maddalena con il Risorto (Gv 20,11-18)
Maria Maddalena rimane fuori a piangere. Poi vede due angeli e, voltandosi, vede Gesù in persona, ma non lo riconosce subito.
Gesù le dice:
“Donna, perché piangi? Chi cerchi?” (Gv 20,15)
Maria pensa che sia il giardiniere, finché Gesù la chiama per nome:
“Maria!” (Gv 20,16)
In quel momento, Maria lo riconosce e grida:
“Rabbunì!” (Maestro!)
Gesù le dice:
“Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre” (Gv 20,17)
Poi le dà una missione:
“Va’ dai miei fratelli e di’ loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17)
Maria Maddalena diventa la prima testimone della Risurrezione!
3. L’apparizione ai discepoli e il dono dello Spirito (Gv 20,19-23)
La sera di quello stesso giorno, i discepoli sono chiusi in casa per paura. All’improvviso, Gesù appare e dice:
“Pace a voi!” (Gv 20,19)
E poi compie un gesto straordinario:
“Soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22)
Gesù dona lo Spirito ai discepoli e istituisce il sacramento della Riconciliazione:
“A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati” (Gv 20,23)
Qui nasce il ministero del perdono nella Chiesa!
4. L’incredulità di Tommaso (Gv 20,24-29)
Tommaso non era presente alla prima apparizione e dice:
“Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel suo costato, non crederò” (Gv 20,25)
Dopo otto giorni, Gesù appare di nuovo e dice a Tommaso:
“Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato, e non essere incredulo, ma credente!” (Gv 20,27)
Tommaso, commosso, risponde con una delle più belle professioni di fede:
“Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28)
Gesù allora dice:
“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29)
Questa è una benedizione per tutti noi che crediamo senza aver visto con i nostri occhi!
5. La conclusione del Vangelo (Gv 20,30-31)
Giovanni chiude questo capitolo dicendo:
“Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni, che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,30-31)
Il Vangelo è stato scritto per portarci alla fede e alla vita eterna!
Riflessione e attualizzazione
- Maria Maddalena riconosce Gesù solo quando Lui la chiama per nome: sappiamo ascoltare la voce del Risorto nella nostra vita?
- Gesù ci dona la sua pace e lo Spirito Santo: viviamo questa presenza ogni giorno?
- Tommaso rappresenta tutti noi nei momenti di dubbio: sappiamo dire anche noi “Mio Signore e mio Dio”?
- Gesù dice “Beati quelli che credono senza vedere”: abbiamo una fede che va oltre le prove tangibili?
Altro capitolo
Ora arriviamo all’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, il capitolo 21, che è un meraviglioso epilogo alla storia della Risurrezione. Qui vediamo Gesù apparire di nuovo ai suoi discepoli, compiere un miracolo familiare e ristabilire Pietro dopo il suo rinnegamento.
Giovanni 21: La missione e il perdono di Pietro
1. La pesca miracolosa sul lago di Tiberiade (Gv 21,1-14)
I discepoli, dopo la Risurrezione, tornano in Galilea e riprendono a pescare, ma non prendono nulla. È un simbolo della loro vita senza Gesù: senza di Lui, il loro lavoro è sterile.
All’alba, sulla riva appare Gesù, ma non lo riconoscono subito. Allora Lui dice:
“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete” (Gv 21,6)
Obbediscono e fanno una pesca straordinaria: 153 grossi pesci!
Cosa ci insegna questo segno?
- Senza Gesù, la nostra vita è vuota.
- Se seguiamo la sua parola, i frutti saranno abbondanti.
- Il numero 153 può simboleggiare la totalità dei popoli: la missione della Chiesa è pescare tutti gli uomini per il Regno di Dio.
Allora Giovanni capisce e dice a Pietro:
“È il Signore!” (Gv 21,7)
Pietro, pieno di entusiasmo, si getta in acqua e nuota verso Gesù!
Sulla riva, Gesù ha preparato un fuoco e del pesce arrostito. Ancora una volta, il Risorto si mostra ai discepoli in un pasto, segno dell’Eucaristia.
2. Il dialogo tra Gesù e Pietro: “Mi ami tu?” (Gv 21,15-19)
Dopo il pasto, Gesù guarda Pietro e gli chiede per tre volte:
“Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”
Pietro risponde ogni volta:
“Signore, tu lo sai che ti voglio bene.”
E Gesù ripete:
“Pasci i miei agnelli… Pasci le mie pecore” (Gv 21,15-17)
Perché Gesù chiede tre volte?
- Perché Pietro lo aveva rinnegato tre volte: ora Gesù gli dà la possibilità di riscattarsi.
- Gesù non lo condanna per il suo errore, ma gli ridà fiducia e lo chiama a guidare la Chiesa.
Poi Gesù fa un’annunciazione profetica:
“Quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, tenderai le mani e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21,18)
Sta predicendo il martirio di Pietro, che morirà crocifisso a Roma.
E conclude dicendo:
“Seguimi!” (Gv 21,19)
3. Il destino di Giovanni e la missione di Pietro (Gv 21,20-25)
Pietro, dopo aver ricevuto la sua missione, si gira e vede Giovanni. E chiede:
“Signore, e lui?” (Gv 21,21)
Gesù risponde con parole enigmatiche:
“Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi” (Gv 21,22)
Cosa significa?
- Pietro ha la sua missione, Giovanni ha la sua: ognuno deve seguire Gesù senza fare confronti.
- Alcuni hanno interpretato che Giovanni non sarebbe morto fino al ritorno di Gesù, ma il Vangelo chiarisce che questa non era la vera intenzione di Cristo.
Il capitolo si chiude con un’affermazione solenne:
“Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo intero non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere” (Gv 21,25)
Riflessione e attualizzazione
- Abbiamo mai sperimentato una “notte di pesca vuota” nella nostra vita, in cui nulla funzionava senza Gesù?
- Come Pietro, abbiamo mai rinnegato Gesù con le nostre azioni o omissioni?
- Gesù non si ferma ai nostri errori, ma ci dona sempre una nuova possibilità di seguirlo: siamo pronti a rispondere “Ti amo” e a servirlo?
- Come Pietro e Giovanni, ognuno ha la sua missione: siamo concentrati sulla nostra o ci confrontiamo con gli altri?
E con questo, abbiamo completato tutto il Vangelo di Giovanni!
