
Gesù ci chiede se vogliamo davvero guarire: A volte ci abituiamo alle nostre situazioni di sofferenza o peccato, e non vogliamo davvero cambiare.

Giovanni 4: L’acqua viva e la fede che salva
1. L’incontro con la Samaritana: “Dammi da bere”
“Chi beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno” (Gv 4,13-14)
Gesù arriva a un pozzo in Samaria e incontra una donna samaritana. Questo è già sorprendente, perché i Giudei e i Samaritani erano in conflitto. Eppure, Gesù le chiede: “Dammi da bere” (Gv 4,7).
Cosa significa questo incontro?
- Gesù abbatte le barriere: Parla con una donna samaritana, cosa impensabile per un rabbino del suo tempo. Questo ci mostra che l’amore di Dio è per tutti, senza discriminazioni.
- L’acqua viva: Gesù non si riferisce all’acqua del pozzo, ma a qualcosa di più profondo: lo Spirito Santo, che disseta il cuore e dona la vita eterna.
- La Samaritana cambia: All’inizio parla di acqua materiale, ma poi comprende il vero significato e lascia la brocca per correre a dire agli altri di aver trovato il Messia. Quando incontriamo Cristo, non possiamo restare fermi: dobbiamo testimoniarlo!
“Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,24)
Gesù dice che il vero culto non dipende da un luogo fisico (Gerusalemme o il monte Garizim), ma da un cuore sincero che adora Dio in spirito e verità.
E alla fine, i Samaritani credono in Gesù, non solo per la testimonianza della donna, ma perché lo hanno incontrato personalmente. Questo è fondamentale: la fede nasce dall’incontro con Cristo, non solo dal sentito dire.
2. La guarigione del figlio del funzionario reale
“Va’, tuo figlio vive” (Gv 4,50)
Un funzionario reale chiede a Gesù di guarire suo figlio morente. Gesù non va fisicamente, ma gli dice: “Va’, tuo figlio vive”. L’uomo crede sulla parola di Gesù e, tornando a casa, scopre che suo figlio è guarito proprio nell’ora in cui Gesù ha parlato.
Cosa ci insegna questo miracolo?
- La fede vera si basa sulla parola di Dio, non su segni e miracoli visibili.
- Dobbiamo fidarci di Gesù anche quando non vediamo subito i risultati.
Riflessione e attualizzazione
- Abbiamo sete di Dio, e solo Lui può dissetarci veramente.
- Dio non guarda le differenze sociali, culturali o religiose: ama tutti.
- La fede non è solo sapere qualcosa di Gesù, ma incontrarlo personalmente.
- Dobbiamo credere alla parola di Gesù anche quando non vediamo subito i frutti.
Passiamo ora al capitolo 5 del Vangelo di Giovanni, che contiene due episodi fondamentali:
- La guarigione del paralitico alla piscina di Betzatà (Gv 5,1-18)
- Il discorso di Gesù sulla sua relazione con il Padre (Gv 5,19-47)
Giovanni 5: La misericordia di Dio e l’autorità di Gesù
1. La guarigione del paralitico alla piscina di Betzatà
“Vuoi guarire?” (Gv 5,6)
Gesù si trova a Gerusalemme e vede un uomo paralitico da 38 anni vicino alla piscina di Betzatà. Quest’uomo aspetta di essere guarito, ma nessuno lo aiuta a entrare nella piscina quando l’acqua si agita.
Gesù gli chiede una cosa sorprendente: “Vuoi guarire?”. Può sembrare una domanda ovvia, ma in realtà è profonda: vuoi davvero cambiare la tua vita? Sei pronto ad accogliere la guarigione, con tutto ciò che comporta?
Gesù lo guarisce dicendogli:
“Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina!” (Gv 5,8)
E l’uomo si alza immediatamente. Questo miracolo, però, avviene di sabato, e i farisei si scandalizzano perché secondo la loro interpretazione della Legge, non era permesso lavorare nel giorno sacro.
Cosa ci insegna questo episodio?
- Gesù ci chiede se vogliamo davvero guarire: A volte ci abituiamo alle nostre situazioni di sofferenza o peccato, e non vogliamo davvero cambiare.
- La vera guarigione viene da Cristo, non da riti o superstizioni: Il paralitico aspettava un evento straordinario (l’agitazione dell’acqua), ma la vera salvezza arriva dall’incontro con Gesù.
- La misericordia di Dio è più grande di ogni formalismo religioso: I farisei si preoccupano della regola del sabato più che della gioia per la guarigione di un uomo. La religione non deve mai diventare un ostacolo all’amore di Dio!
Poi Gesù incontra di nuovo il guarito e gli dice:
“Ecco, sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio” (Gv 5,14)
Qui Gesù ci fa capire che la guarigione fisica è importante, ma la cosa più grave è la malattia del peccato.
2. Il discorso di Gesù sul Padre: “Io e il Padre siamo una cosa sola”
I farisei perseguitano Gesù perché ha guarito di sabato. Ma Gesù risponde con parole fortissime:
“Il Padre mio opera sempre e anch’io opero” (Gv 5,17)
Con questa frase, Gesù si dichiara uguale a Dio, perché solo Dio ha il potere di operare anche di sabato.
E poi aggiunge:
“Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna” (Gv 5,24)
Gesù afferma che chi crede in Lui ha già la vita eterna. Non è solo una promessa futura: seguire Cristo cambia già il presente!
Riflessione e attualizzazione
- Gesù vuole guarirci, ma siamo davvero pronti a cambiare?
- La religione non deve mai diventare un ostacolo alla misericordia di Dio.
- Gesù non è solo un profeta: è Dio stesso che agisce e salva.
- La vita eterna non è solo dopo la morte, ma inizia qui e ora con la fede in Cristo.
Passiamo ora al capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, uno dei più profondi e importanti perché contiene il discorso sul Pane della Vita, che è al centro del mistero dell’Eucaristia.
Due grandi eventi in questo capitolo:
- La moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6,1-15)
- Il discorso sul Pane della Vita e l’Eucaristia (Gv 6,22-71)
Giovanni 6: Gesù, il Pane della Vita
1. La moltiplicazione dei pani e dei pesci: Dio provvede
“Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?” (Gv 6,5)
Gesù vede una folla enorme (circa 5.000 uomini, senza contare donne e bambini) e sa che hanno fame. Chiede ai discepoli di provvedere, ma Filippo risponde che 200 denari di pane non basterebbero.
Andrea, invece, nota un ragazzo che ha cinque pani e due pesci, e lo porta a Gesù. E qui avviene il miracolo: Gesù prende il poco che hanno, lo benedice, lo spezza e lo distribuisce a tutti, avanzando perfino 12 ceste piene.
Cosa ci insegna questo miracolo?
- Gesù sa di cosa abbiamo bisogno e si prende cura di noi.
- Il poco che abbiamo, nelle mani di Cristo, diventa abbondanza.
- La moltiplicazione dei pani anticipa il discorso sull’Eucaristia.
Dopo il miracolo, la folla vuole farlo re, ma Gesù si ritira sul monte. Non è venuto per essere un re politico, ma per donarci la vera vita.
2. Il discorso sul Pane della Vita: L’Eucaristia
Il giorno dopo, la folla cerca di nuovo Gesù, ma Lui dice:
“Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv 6,26)
Gesù li invita a cercare non solo il cibo materiale, ma il cibo che dà la vita eterna.
E poi arriva una delle frasi più forti del Vangelo:
“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv 6,35)
Gesù non parla più di pane materiale, ma del vero cibo spirituale: Sé stesso. E poi aggiunge parole ancora più sconvolgenti:
“Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita” (Gv 6,53)
Qui sta annunciando chiaramente l’Eucaristia!
Reazioni alla parola di Gesù
- La folla è scandalizzata: “Questo linguaggio è duro, chi può ascoltarlo?” (Gv 6,60).
- Molti lo abbandonano, perché non riescono ad accettare un discorso così forte.
- Gesù non cambia le sue parole, perché ciò che dice è vero.
Alla fine, Gesù si rivolge ai Dodici e chiede:
“Volete andarvene anche voi?” (Gv 6,67)
E Pietro risponde con una frase meravigliosa:
“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68)
Riflessione e attualizzazione
- Gesù è il vero Pane della Vita: ci dona Sé stesso nell’Eucaristia.
- Dio moltiplica il poco che offriamo e lo trasforma in abbondanza.
- Molti non accettano il discorso sull’Eucaristia, ma è un mistero centrale della nostra fede.
- Anche oggi dobbiamo scegliere: restiamo con Cristo come Pietro, o ce ne andiamo come la folla?
