
“Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12)

Giovanni 7: Gesù, l’acqua viva e il Messia contestato
1. Gesù alla Festa delle Capanne (Gv 7,1-24)
La Festa delle Capanne era una celebrazione ebraica in cui si ricordava il cammino del popolo d’Israele nel deserto. Durante questa festa, veniva versata acqua sull’altare come segno della benedizione di Dio.
I fratelli di Gesù (che ancora non credono in Lui) lo sfidano:
“Va’ in Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai” (Gv 7,3)
Ma Gesù risponde:
“Il mio tempo non è ancora venuto” (Gv 7,6)
Qui vediamo che Gesù non si lascia influenzare da pressioni umane, ma segue il tempo del Padre.
Quando finalmente va alla festa, lo fa in segreto, perché le autorità vogliono arrestarlo. La folla è divisa:
- Alcuni lo considerano un profeta.
- Altri lo accusano di ingannare la gente.
- I capi religiosi vogliono eliminarlo.
“La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato” (Gv 7,16)
Gesù non parla per sé stesso, ma rivela il volere del Padre. E aggiunge:
“Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio” (Gv 7,24)
Questo è un richiamo anche per noi: spesso giudichiamo in modo superficiale, mentre Dio ci invita a guardare in profondità.
2. “Chi ha sete venga a me!” (Gv 7,37-39)
Durante l’ultimo giorno della festa, Gesù esclama:
“Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” (Gv 7,37)
E poi aggiunge:
“Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo cuore” (Gv 7,38)
Qui Gesù sta parlando dello Spirito Santo, che sarà dato ai credenti dopo la sua glorificazione.
Cosa significa questo per noi?
- Abbiamo tutti sete di qualcosa di più nella vita.
- Solo Gesù può dissetare questa sete interiore.
- Lo Spirito Santo è l’acqua viva che ci riempie di grazia e ci rinnova.
3. La folla divisa e il tentativo di arrestare Gesù (Gv 7,40-52)
Dopo questo discorso, la folla è ancora più divisa:
- Alcuni dicono: “Questi è davvero il Profeta”.
- Altri: “Il Cristo viene dalla Galilea?”.
I capi religiosi mandano delle guardie ad arrestarlo, ma queste tornano a mani vuote, dicendo:
“Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!” (Gv 7,46)
Nicodemo, che era già andato da Gesù di notte (capitolo 3), prova a difenderlo, ma viene subito attaccato dagli altri farisei. Questo ci fa vedere che seguire Gesù ha un costo, e spesso ci troviamo soli di fronte alle critiche.
Riflessione e attualizzazione
- Gesù segue il tempo del Padre, non le pressioni umane.
- Chi ha sete deve andare a Gesù: solo Lui può dissetarci davvero.
- Lo Spirito Santo è l’acqua viva che trasforma la nostra vita.
- Il mondo è sempre diviso di fronte a Cristo: noi da che parte stiamo?
Passiamo ora al capitolo 8 del Vangelo di Giovanni, un capitolo ricco di significati profondi, in cui Gesù ci rivela sempre di più la sua identità e la sua missione. Qui troviamo tre momenti fondamentali:
- L’episodio della donna adultera (Gv 8,1-11)
- Gesù, la luce del mondo (Gv 8,12-30)
- Gesù e la libertà dalla schiavitù del peccato (Gv 8,31-59)
Giovanni 8: Misericordia, luce e libertà
1. L’episodio della donna adultera: Il volto della misericordia
“Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (Gv 8,7)
I farisei portano davanti a Gesù una donna colta in adulterio, dicendo che secondo la Legge di Mosè deve essere lapidata. Ma il loro vero intento è mettere Gesù alla prova: se la condanna, va contro il suo messaggio di amore e misericordia; se la assolve, sembra andare contro la Legge.
Gesù, con grande calma, si china e scrive per terra. Poi pronuncia una frase che smonta ogni accusa:
“Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra”.
Uno dopo l’altro, tutti se ne vanno, iniziando dai più anziani. Infine, Gesù si rivolge alla donna:
“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8,11)
Cosa ci insegna questo episodio?
- Gesù non giustifica il peccato, ma offre misericordia e possibilità di redenzione.
- I farisei volevano condannare, ma Gesù vuole salvare.
- Anche noi, spesso, siamo pronti a giudicare gli altri senza guardare noi stessi.
2. “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12-30)
Gesù pronuncia una delle sue dichiarazioni più potenti:
“Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12)
Questa frase è fortissima: Gesù non è solo un maestro di morale, è la luce stessa che illumina la vita e la storia dell’umanità.
I farisei contestano la sua affermazione, ma Gesù risponde:
“Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno” (Gv 8,15)
Cosa significa per noi oggi?
- Senza Cristo, siamo nelle tenebre.
- Seguire Gesù significa camminare nella verità e nella luce.
- Le persone spesso giudicano con criteri umani, ma Gesù guarda il cuore.
3. La libertà in Cristo: “La verità vi farà liberi” (Gv 8,31-59)
Gesù dice ai Giudei che credono in Lui:
“Se rimanete nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32)
I Giudei rispondono con orgoglio, dicendo che loro non sono mai stati schiavi di nessuno. Ma Gesù chiarisce:
“Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” (Gv 8,34)
E aggiunge:
“Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” (Gv 8,36)
Qui Gesù ci rivela che la vera schiavitù è il peccato e che solo Lui può liberarci davvero.
Alla fine, il confronto con i farisei diventa sempre più acceso. Gesù dice:
“Prima che Abramo fosse, Io Sono” (Gv 8,58)
Con questa frase, Gesù si identifica con Dio stesso, usando l’espressione “Io Sono”, il nome che Dio ha rivelato a Mosè (Esodo 3,14). I Giudei, scandalizzati, cercano di lapidarlo, ma Gesù si allontana.
Riflessione e attualizzazione
- Gesù ci offre misericordia, ma ci invita a cambiare vita.
- Seguire Cristo significa camminare nella luce e non nelle tenebre del peccato.
- La vera libertà è quella dello spirito, che solo Cristo può dare.
- Gesù non è solo un profeta: è Dio stesso, il “Io Sono” eterno.
Passiamo ora al capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, un capitolo che ruota tutto attorno a un unico grande segno:
La guarigione del cieco nato e il confronto con i farisei (Gv 9,1-41)
Giovanni 9: Dalla cecità alla luce della fede
1. La guarigione del cieco nato: un segno potente
“Passando, vide un uomo cieco dalla nascita” (Gv 9,1)
Gesù vede un uomo cieco dalla nascita, e i discepoli gli chiedono:
“Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” (Gv 9,2)
Questa domanda riflette una mentalità comune all’epoca: si pensava che le malattie fossero una punizione per il peccato. Ma Gesù ribalta questa logica:
“Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio” (Gv 9,3)
Poi compie un gesto simbolico:
“Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe»” (Gv 9,6-7)
L’uomo va, si lava, e torna vedendoci!
Cosa significa questo miracolo?
- Il cieco nato rappresenta l’umanità ferita dal peccato, incapace di vedere la verità.
- Gesù guarisce con fango e acqua, simbolo della creazione e del Battesimo.
- La vera luce è Cristo: il cieco non solo riceve la vista fisica, ma anche la luce della fede.
2. Il cieco davanti ai farisei: La fede che cresce
I farisei non accettano il miracolo perché Gesù ha guarito di sabato. Cominciano a interrogare il cieco e i suoi genitori, cercando di screditare Gesù.
L’ex cieco, però, risponde con grande lucidità:
“Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla” (Gv 9,33)
Alla fine, i farisei, pieni di rabbia, lo cacciano via dicendogli:
“Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?” (Gv 9,34)
Qui vediamo un contrasto fortissimo:
- Il cieco, che era “nel buio”, ora vede con gli occhi e con il cuore.
- I farisei, che credono di vedere, in realtà sono ciechi nello spirito.
3. L’incontro finale con Gesù: La vera fede
Gesù incontra di nuovo l’uomo guarito e gli chiede:
“Tu credi nel Figlio dell’uomo?” (Gv 9,35)
L’uomo risponde:
“E chi è, Signore, perché io creda in lui?”
Gesù gli dice:
“Lo hai visto: è colui che parla con te” (Gv 9,37)
E il cieco, finalmente, crede e si prostra davanti a Gesù!
Alla fine, Gesù dichiara:
“Io sono venuto in questo mondo per un giudizio, perché coloro che non vedono, vedano, e quelli che vedono, diventino ciechi” (Gv 9,39)
I veri ciechi sono quelli che si rifiutano di credere, anche davanti all’evidenza.
Riflessione e attualizzazione
- Siamo tutti un po’ “ciechi” senza Cristo: Solo Lui ci dà la vera luce.
- Il Battesimo è il nostro passaggio dalla cecità alla luce della fede.
- I farisei rappresentano chi si chiude alla verità, per orgoglio o paura.
- La fede è un cammino: il cieco nato cresce nel suo rapporto con Gesù fino a riconoscerlo come Signore.
