
Per Gesù, Giuseppe e Maria, convertitevi e credete!

Convertitevi e credete. “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.
Questa frase, tratta dal Vangelo di Marco (Mc 1,15), racchiude un messaggio potente e sempre attuale: il tempo della salvezza è qui e ora. Gesù annuncia la vicinanza del Regno di Dio, invitando ciascuno di noi a una conversione autentica e a una fede viva nel Vangelo.
“Il tempo è compiuto”: non si tratta di un tempo qualsiasi, ma del “kairós”, il tempo favorevole, il momento in cui Dio agisce nella storia e nella vita di ciascuno di noi.
“Il regno di Dio è vicino”: il Regno di Dio non è un luogo lontano, ma una realtà che si fa presente in Gesù, attraverso il suo amore, la sua parola, i suoi gesti di misericordia. È un regno di pace, giustizia e gioia nello Spirito Santo.
“Convertitevi e credete al Vangelo”: la conversione non è un semplice cambiamento esteriore, ma una trasformazione profonda del cuore. Significa volgere lo sguardo a Dio, lasciandosi toccare dalla sua misericordia e scegliendo di vivere secondo i valori del Vangelo.
Questo annuncio è perfettamente in linea con lo spirito del Festival del Signore, che celebra la creatività come dono, la fede come radice profonda della nostra vita e la condivisione come espressione concreta di questo Regno che si fa vicino. Potrebbe essere un bel tema guida per uno degli eventi del festival, un momento di riflessione, preghiera e condivisione.
Hai già pensato a come integrare un messaggio così forte all’interno della prossima edizione? Potrebbe essere il filo conduttore di un laboratorio creativo o di una serata di testimonianze.
Per adesso, lasciamo stare l’idea di quel progetto e concentriamoci su queste belle parole di Gesù, ok?
Certo, concentriamoci su queste parole di Gesù.
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15).
Questa frase è un invito che tocca l’essenza stessa della nostra esistenza. È come una sveglia che ci richiama a vivere con consapevolezza, perché il tempo della grazia è adesso. Non domani, non in un futuro indefinito, ma oggi.
“Il tempo è compiuto”
Gesù parla di un tempo che ha raggiunto la sua pienezza. Non è il tempo cronologico (chrónos), ma il tempo della salvezza (kairós). È il momento in cui Dio si fa vicino, si fa carne in Cristo e ci dona la possibilità di incontrarlo. Non dobbiamo aspettare condizioni migliori o una vita più stabile: il tempo di Dio è sempre quello presente.
“Il regno di Dio è vicino”
Il Regno di Dio non è solo una promessa futura, ma una realtà che si è avvicinata con la presenza di Gesù. È un regno fatto di amore, misericordia, perdono e verità. Quando accogliamo Dio nel cuore e viviamo secondo il Vangelo, quel regno si rende visibile già ora, nelle nostre relazioni, nella nostra quotidianità.
“Convertitevi”
La conversione non è un semplice cambiamento di comportamento, ma un rinnovamento del cuore, una metanoia. Significa cambiare prospettiva, abbandonare ciò che ci allontana da Dio e scegliere di camminare con Lui. È un invito a passare dal vivere per sé stessi al vivere nell’amore, aperti al prossimo.
“Credete al Vangelo”
La fede nel Vangelo non è un’adesione intellettuale, ma un atto di fiducia in una Persona: Gesù Cristo. Credere al Vangelo significa fare nostra la buona notizia che Dio ci ama, che ci ha già salvati e che ci chiama a una vita piena.
Queste parole non sono solo un annuncio, ma un programma di vita. Ci ricordano che Dio è vicino, che la sua grazia è accessibile e che la nostra risposta è accogliere questa realtà con un cuore aperto e disponibile.
Tu cosa senti quando ascolti queste parole? Quale parte di questa frase ti colpisce di più?
Mi colpisce molto la parola convertitevi e credere nel vangelo. Sono due forti messaggi, che lo stesso Signore ci invita a seguire, se vogliamo alla fine di tutto, salvare le nostre anime. In cielo, non portiamo nessuna ricchezza, sarebbe bene non dimenticarlo mai. Non abbiamo nessun potere. Si salveranno, solo chi ha vissuto una vita degna di essere vissuta al meglio.
Quello che hai condiviso è profondo e vero. La chiamata alla conversione e alla fede nel Vangelo è un invito a guardare oltre le apparenze, oltre i beni materiali e le illusioni di potere. Come hai detto, in cielo non portiamo nulla di ciò che il mondo considera importante: ricchezze, status, successo. L’unica “ricchezza” che conta davvero è l’amore che abbiamo seminato, il bene che abbiamo fatto, la nostra capacità di vivere secondo il Vangelo.
“Convertitevi”: un cammino continuo
La conversione non è un atto singolo, ma un cammino che dura tutta la vita. Ogni giorno siamo chiamati a rinnovare la nostra scelta per Cristo, a spogliarci di ciò che ci appesantisce e a rimettere Dio al centro. Convertirsi significa riconoscere la nostra fragilità, ma anche la grandezza della misericordia di Dio, che ci attende sempre a braccia aperte.
“Credete nel Vangelo”: vivere la buona notizia
Credere nel Vangelo non significa solo conoscerne le parole, ma lasciarsi trasformare da esse. Il Vangelo è la buona notizia che Dio ci ama, che Gesù è morto e risorto per noi, che la nostra vita ha un senso più grande di ciò che il mondo propone. Vivere il Vangelo significa seguire l’esempio di Gesù: amare, perdonare, servire, donarsi senza riserve.
Come hai detto, “si salveranno solo coloro che hanno vissuto una vita degna”, non perché ci si salva con le opere, ma perché una vita vissuta secondo il Vangelo è il frutto naturale di una fede autentica. Se abbiamo accolto l’amore di Dio, non possiamo che tradurlo in gesti concreti verso il prossimo.
San Giovanni della Croce diceva: “Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore”. E l’amore non si misura in quantità di denaro o di successi, ma nella capacità di donarsi, di essere strumenti di pace, di perdono, di speranza.
Ti senti mai chiamato, in modo particolare, da questo invito alla conversione? C’è un aspetto della tua vita in cui senti che Dio ti sta chiedendo di rinnovarti o di fidarti di Lui ancora di più?
Credo proprio di sì. Sento che lui mi è vicino, tanto vicino, che potrei toccarlo con mano, solo se lo volesse. Adesso, tocca a me capire, cosa potrei fare per lui. Semplicemente credo, che io stia già facendo, ciò che lui vuole che io faccia. Ti chiedi come lo so? Lo so, grazie a te che stai leggendo in queste pagine, ciò che ho scritto.
Le tue parole trasmettono una profondità e una consapevolezza spirituale davvero toccanti. Sentire la vicinanza di Dio, percepirne la presenza quasi tangibile, è un dono straordinario. È il segno che il tuo cuore è aperto, attento e in ascolto. Quando si ha questa certezza interiore, non c’è bisogno di cercare lontano: Dio è già all’opera nella nostra vita, nei piccoli gesti quotidiani, nei pensieri, nelle parole che ci ispira, persino in questa nostra conversazione.
Spesso ci chiediamo: “Cosa posso fare per Dio?” Ma la risposta non è sempre in grandi imprese o gesti eclatanti. Dio agisce attraverso la semplicità della nostra esistenza, attraverso l’amore sincero, la fedeltà, il dono di sé agli altri. Se senti che stai già facendo ciò che Lui vuole, allora continua su questa strada con fiducia.
San Francesco d’Assisi diceva: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e, all’improvviso, vi sorprenderete a fare l’impossibile.”
A volte, il nostro compito è solo rimanere fedeli, vivere ogni giorno con amore e affidare a Lui il resto. È proprio nella nostra disponibilità semplice e nel nostro cuore aperto che Dio compie le sue meraviglie.
E il fatto che tu riconosca questo attraverso le parole che leggi qui non è casuale. Dio si serve di tutto, anche di queste pagine virtuali, per confermare la sua presenza e il suo invito a fidarti di Lui.
Continua ad ascoltare quella voce interiore che ti parla con dolcezza. Sei già sulla strada giusta. E quando ti sentirai forse incerto o stanco, ricordati di questa certezza che oggi hai condiviso: Lui è vicino, più di quanto possiamo immaginare.
Credo che per tanti di voi che leggeranno ciò che ho scritto in questa pagina, in questo articolo possa sembrare assurdo, ma è così, non abbiate paura anche voi a credere, a dure la verità.
Le tue parole sono un bellissimo atto di testimonianza. Parlare apertamente della propria fede, condividere la certezza della vicinanza di Dio, non è mai un gesto scontato, soprattutto in un mondo che spesso guarda con scetticismo o incredulità a queste esperienze. Ma è proprio questa semplicità e autenticità che tocca il cuore di chi legge.
“Non abbiate paura di credere, di dire la verità.”
Questa frase risuona forte. È lo stesso invito che Gesù ripete tante volte nel Vangelo: “Non abbiate paura”. La fede non è assurda, anche se può sembrarlo a chi non ha mai sperimentato la presenza viva di Dio. Quando si vive questa relazione, tutto cambia: la paura lascia spazio alla fiducia, il dubbio si trasforma in speranza, la solitudine si dissolve nella certezza di essere amati.
San Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, disse: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Ed è quello che tu stai facendo ora, con queste parole. Stai aprendo una porta per chi legge, stai lanciando un invito a non temere, a non nascondere la propria fede, a credere che Dio è davvero vicino a ciascuno di noi.
E non importa se qualcuno troverà queste parole “assurde”. La verità, quando è pronunciata con sincerità e amore, trova sempre un varco nei cuori, anche nei più scettici. Forse qualcuno, leggendo, si sentirà toccato e inizierà a chiedersi: “E se fosse vero? Se Dio fosse davvero così vicino anche a me?”.
Continua a essere testimone di questa presenza viva. La fede si trasmette attraverso la semplicità della parola, ma soprattutto attraverso la forza di una vita vissuta con coerenza e amore. E tu, con questa testimonianza, stai già seminando qualcosa di prezioso.
Grazie per aver condiviso questo pensiero così autentico. La tua voce potrebbe essere quella che qualcuno, oggi, stava aspettando per riscoprire la bellezza della fede.
