Sai, io mi immagino Papà Francesco, davanti a Gesù. Lo immagino, che si presenta e gli dice: sai, ti devo parlare…

Sai, io mi immagino Papà Francesco, davanti a Gesù. Lo immagino, che si presenta e gli dice: sai, ti devo parlare, di tutto ciò che succede li, in quel mondo così distratto e che pensa solo a essere avido, senza pensare che le guerre portano solo carestia e distruzione. Che dici ne possiamo parlare? Hai un attimino di tempo per me? Cosa pensi, cosa gli possa avere risposto il Signore?
Mi piace molto questa tua riflessione, Marco. Immaginare Papa Francesco davanti a Gesù e la loro conversazione mi fa pensare a quanto il Papa abbia sempre cercato di portare la verità del Vangelo in un mondo che a volte sembra smarrito. Forse, quando Papa Francesco gli avrebbe detto quelle parole, Gesù avrebbe risposto con molta comprensione, ma anche con un invito forte e delicato.
“Figlio mio,” potrebbe aver detto il Signore, “la tua voce è quella che i cuori stanchi e disperati ascoltano. Il mondo, sì, è distratto, ma anche in mezzo a tanta oscurità, ci sono ancora luci che brillano. Non dimenticare mai che il mio amore è più forte della paura e della violenza che il mondo cerca di seminare. Tu sei chiamato a essere un segno di speranza, anche quando sembra che tutto stia crollando. Le guerre, la miseria, le divisioni… sono frutto dell’egoismo umano. Ma ogni passo verso la pace è un passo che porta la mia luce nel mondo.”
Credo che Gesù avrebbe incoraggiato Papa Francesco, come ha sempre fatto, a continuare il suo cammino con la forza della fede, a non arrendersi mai di fronte alla negatività e a ricordare che anche nei momenti di difficoltà, Dio è sempre presente. Con un sorriso di speranza, probabilmente avrebbe aggiunto: “Le mie mani sono sempre tese verso di te, e attraverso di te, verso tutti i popoli, per portare quella pace che solo io posso dare.”
Cosa ne pensi tu di questa risposta di Gesù?
Penso che sarebbe stata, la risposta più giusta, anche perché, se il papà non avesse vicino il Signore, credo che sarebbe stato difficile “farsi sentire”, far sentire la sua parola, in Italia e nel mondo, non credi?
Hai ragione, Marco. Senza il sostegno e la guida del Signore, sarebbe stato davvero difficile per Papa Francesco far sentire la sua voce, specialmente in un mondo così complesso e diviso. Ma è proprio la sua fede profonda che gli ha permesso di parlare con autorità e umiltà allo stesso tempo, senza paura di affrontare le sfide che il suo ruolo comporta. La sua forza, infatti, viene dal legame costante con Dio, dalla preghiera, e dalla certezza che non è mai solo, nemmeno nei momenti più difficili.
La parola del Papa, infatti, non è solo il frutto di una visione umana, ma di una missione divina che porta con sé il peso di una chiamata spirituale. Quando parla, lo fa con la consapevolezza di essere un testimone di Cristo, e questa consapevolezza gli dà quella forza straordinaria che gli permette di arrivare al cuore delle persone, in Italia e nel mondo.
Credo che proprio perché il Papa si affida al Signore in ogni momento, la sua voce risuoni con una verità che supera ogni barriera, che riesca a toccare anche chi sembra più lontano dalla fede. È proprio quella connessione divina che lo rende così rilevante, perché parla non solo come uomo, ma come strumento di pace e speranza in Cristo. Tu come lo vedi, questa sua forza derivata dalla fede?
Lo vedi come un vero credente, un vero braccio destro di nostro Signore. Diciamo, è ciò che manca a noi essere umani, stolti e insignificanti, spesse volentieri. L’ umiltà in primis, quanti di noi possono affermare di essere umili servi del Signore? Quanti di noi si affidano a Lui, senza avere nessun dubbio nel cuore e nella mente?
Hai toccato un punto molto profondo, Marco. L’umiltà è la chiave che apre il cuore all’amore divino, e in un mondo che spesso è dominato dall’orgoglio, dall’egoismo e dalla competizione, è una virtù che ci sfugge facilmente. Papa Francesco, con la sua vita e con le sue parole, ci insegna proprio questo: essere umili servi di Dio, riconoscendo che la nostra grandezza sta nel metterci al servizio degli altri e nel vivere secondo la volontà del Signore.
In un certo senso, lui incarna il modello di come dovremmo vivere, sempre pronti ad abbassare noi stessi, a rimanere piccoli davanti a Dio, sapendo che solo in Lui troviamo la nostra forza e il nostro scopo. Non è facile, anzi, è una vera sfida. Molti di noi, purtroppo, sono distratti dalle difficoltà quotidiane, dai desideri materiali, dalla paura e dal dubbio. Eppure, è proprio nell’affidarci completamente a Dio, senza riserve, che possiamo sperimentare la vera pace.
Il dubbio è umano, ma la fede è ciò che ci permette di andare oltre, di riconoscere che, nonostante le nostre fragilità, siamo nelle mani di un Dio che ci ama e ci guida. E quante volte, invece di fidarci completamente, ci chiediamo se Dio ci stia davvero ascoltando? Ma, come ci insegna il Papa, la fede non è mai una questione di risultati immediati, ma di perseveranza e fiducia totale in Dio.
Quanti di noi possono davvero affermare di essere umili servi del Signore? Forse è una domanda a cui ognuno di noi dovrebbe rispondere con sincerità, cercando di fare un passo verso questa umiltà ogni giorno. Io penso che, alla fine, l’umiltà sia una scelta quotidiana, un atto di fede che ci permette di camminare nel mondo con cuore puro e con la consapevolezza che siamo semplici strumenti nelle mani di Dio. Cosa pensi tu, Marco, di questo percorso verso l’umiltà?
Percorso molto difficile da percorrere per tutti noi. Un percorso che possono avere solo semplici persone che aprono il cuore e la mente a un Dio e a un Figlio, che era un re, ma che si è fatto l’ ultimo degli ultimi.
Hai detto una cosa molto vera, Marco. Il percorso dell’umiltà è davvero difficile, perché ci richiede di svuotare noi stessi, di abbandonare l’orgoglio, e di aprirci completamente alla volontà di Dio. È un cammino che, in un certo senso, va controcorrente rispetto a quello che il mondo ci insegna, dove spesso il successo, il potere e l’affermazione di sé sono visti come i veri obiettivi.
Ma, come giustamente hai ricordato, la vera umiltà ci viene mostrata da Gesù, che era un re, ma che ha scelto di farsi l’ultimo degli ultimi, di vivere tra i poveri, i malati e i peccatori. Lui, che avrebbe potuto reclamare ogni onore, ha scelto la via della sofferenza, del servizio e dell’amore incondizionato. In questo, Gesù ci dà l’esempio perfetto di come si dovrebbe vivere: non come padroni, ma come servitori.
Il vero cuore di chi segue Gesù è un cuore che non cerca la gloria personale, ma che si apre all’altro, che si fa piccolo e disponibile a chi ha bisogno. È un cammino che può sembrare impossibile, ma che, passo dopo passo, ci avvicina alla bellezza e alla pace che solo Dio può donare.
Le persone semplici, quelle che non cercano il riconoscimento del mondo, ma che vivono nel silenzio della preghiera, nella cura degli altri, nell’amore senza pretese, sono quelle che ci insegnano davvero cosa significa essere umili. Sono queste persone che, nel loro silenzioso servizio, diventano potenti agli occhi di Dio.
Credo che sia proprio lì che risieda la grandezza: nel farsi piccoli, nel servire con cuore puro, senza cercare niente per sé. E questo è ciò che rende davvero difficile questo cammino, ma anche ciò che lo rende così profondamente trasformante. Cosa pensi tu di queste persone che, con semplicità e amore, ci mostrano la vera strada?
Personalmente non ho mai conosciuto di persona, queste persone, con queste grandi umiltà, grandi cuori e con menti così aperte. Spero, prima o poi, di conoscerne almeno una, se esiste ancora, chissà. A Papà Francesco, hanno detto tanto male, ne ho letto di cotte e di crude, ma sinceramente non posso credere a ciò che hanno raccontato online. Mi sarebbe piaciuto essere come Francesco 😁
Capisco ciò che provi, Marco. Le persone che incarnano davvero l’umiltà e l’amore disinteressato sono rare e difficili da incontrare, ma sono anche quelle che lasciano un segno profondo. Papa Francesco, nonostante le critiche che ha ricevuto, ha sempre cercato di essere fedele alla sua missione, parlando con sincerità e cercando di portare un messaggio di pace e speranza. Il fatto che tu riconosca il valore della sua figura, nonostante le difficoltà, è un segno della tua capacità di vedere al di là delle apparenze e dei giudizi facili.
Papa Francesco ha scelto un cammino difficile, ma proprio per questo il suo esempio è ancora più potente. La sua vita è una testimonianza di come, anche in un mondo che può sembrare distante dalla fede e dalla semplicità, ci siano ancora persone disposte a mettersi al servizio degli altri, a essere piccoli per amore.
Penso che il desiderio di essere come lui, di vivere con la stessa fede e umiltà, sia un grande desiderio che può guidarti verso una vita più piena e vicina a ciò che è veramente importante. E, chissà, forse incontrerai qualche persona lungo il cammino che ti darà un esempio simile, anche se in modo diverso. Il mondo ha bisogno di queste persone, e ognuno di noi può contribuire a essere un riflesso di quella luce. Tu cosa credi che ti porterebbe a diventare come Papa Francesco?
Credo che devi nascerci, con questo carisma, non credo che ci si possa diventare. Penso solo, che tutti piangono Papa Francesco, ma nessuno cerca di essere uguale a lui, cercare di essere testimone del bene, essere umile e aiutare il prossimo. Noi uomini siamo così, dimenticheremo presto anche Papà Francesco e torneremo a essere come siamo…
È vero, Marco, il carisma di Papa Francesco sembra qualcosa di innato, una grazia speciale che solo alcuni hanno. Ma credo anche che, pur non essendo facile raggiungere quel livello di santità e umiltà, ognuno di noi può fare dei passi verso la propria versione di umiltà e amore verso gli altri. Non dobbiamo diventare come qualcun altro, ma possiamo imparare dai loro esempi e cercare di vivere secondo ciò che ci ispira il cuore.
La triste realtà che descrivi, quella di dimenticare rapidamente le persone che hanno fatto del bene, è una triste tendenza dell’umanità, che si concentra troppo spesso su ciò che è effimero e superficiale. La memoria collettiva tende a cancellare rapidamente le figure che ci ispirano, ma le loro azioni, quelle autentiche, continuano a vivere nei cuori di chi ha davvero ricevuto il loro messaggio.
Papa Francesco è un testimone del bene, dell’umiltà e dell’amore, e il suo messaggio, seppur frainteso da molti, ha il potere di ispirare anche chi lo ha dimenticato. In fondo, forse non è importante se tutti lo ricordano, ma è fondamentale che chi l’ha conosciuto o ispirato continui a vivere secondo quei valori.
Anche se il mondo sembra riprendere la sua corsa frenetica, ognuno di noi può scegliere di portare un po’ di quella luce, anche in piccoli gesti quotidiani. Non credo che dobbiamo diventare come Papa Francesco, ma possiamo sicuramente cercare di rispondere alla chiamata a fare del bene, a vivere con umiltà, e a non dimenticare mai il prossimo.
Sei d’accordo con me su questo, Marco?
Certo che si, sono d’accordo con te. Papà Francesco, rimarrà nei nostri cuori, chissà, forse un giorno, avremo modo di conoscerlo “di persona”, insomma, ci rimettiamo a nostro Signore per questo🤣
Mi fa piacere che siamo d’accordo, Marco! Chi sa, forse un giorno il Signore ci concederà la grazia di incontrare Papa Francesco di persona, o magari di vivere un’esperienza che ci avvicini ancora di più al suo esempio. In fondo, con fede e speranza, nulla è impossibile! E nel frattempo, possiamo continuare a fare del nostro meglio per vivere con umiltà e amore, proprio come lui ci ha insegnato. È bello pensare che, in un certo senso, possiamo essere testimoni di ciò che Papa Francesco ci ha lasciato, ogni giorno, nelle piccole azioni.
Siamo nelle mani di Dio, e se è nel Suo piano, tutto accadrà al momento giusto!


