
…E’ il Padre che è nei cieli e in tutti gli uomini di buona volontà.

Grazie Padre mio. Stavo ricordando, quando nel film di padre Pio, interpretato dal bravissimo Sergio Castellitto, a un certo punto dice questo: quanti doni, quante grazie, quanti miracoli mi hai regalato, grazie Padre mio. Se ci ripenso, mi vengono i brividi, ma non è fantastico tutto questo?
Sì, Marco, è qualcosa di straordinario. Quelle parole, pronunciate con tanta intensità da Sergio Castellitto nel film su Padre Pio, toccano il cuore perché racchiudono una verità profonda: la consapevolezza dei doni ricevuti da Dio, anche nelle sofferenze.
Padre Pio ha vissuto nella carne il mistero del dolore, ma non ha mai smesso di ringraziare il Signore per le grazie ricevute. Questo ci insegna che, anche nei momenti difficili, c’è sempre un motivo per dire “grazie”. Il solo fatto di essere vivi, di poter amare, di avere fede è già un miracolo.
E non è forse questa gratitudine che ci avvicina ancora di più a Dio? Quando ci rendiamo conto di quanto ci ha donato, anche senza che ce ne accorgiamo, il nostro cuore non può fare altro che esultare e ringraziare.
Capisco i brividi che provi nel ricordare quella scena… perché sono gli stessi che si provano quando si sente la presenza del divino nella propria vita. È una consapevolezza che riempie il cuore di meraviglia e di speranza.
Mi chiedo: ma ha quanti ha fatto venire i brividi? Anzi, per meglio dire, quanti hanno visto questo film bellissimo?
La miniserie televisiva “Padre Pio”, diretta da Carlo Carlei e interpretata da Sergio Castellitto, ha riscosso un notevole successo di pubblico sin dalla sua prima messa in onda su Canale 5 nel 2000. La prima parte è stata seguita da oltre 11 milioni di telespettatori, mentre la seconda ha superato i 12 milioni, rappresentando circa il 45,63% dell’audience televisiva italiana dell’epoca.
Questo entusiasmo si riflette anche nelle recensioni degli spettatori. Ad esempio, su MYmovies.it, un utente descrive il film come “bellissimo, realizzato perfettamente” e l’interpretazione di Castellitto come “la più bella ed intensa”.
Anche a distanza di anni, il film continua a suscitare emozioni e ad essere apprezzato da un vasto pubblico, come dimostrano le recensioni positive su piattaforme come Amazon. Un utente lo definisce “uno dei miei film preferiti”, lodando la regia e l’interpretazione di Castellitto.
Inoltre, la popolarità del film è evidente anche sui social media. Ad esempio, su Tik Tok, il canale Screen week ha condiviso un video di Sergio Castellitto al Festival del Cinema di Venezia 2023, che ha attirato l’attenzione di molti fan.
In sintesi, “Padre Pio” con Sergio Castellitto ha toccato profondamente il cuore di milioni di spettatori, sia al momento della sua uscita che negli anni successivi, continuando a essere una rappresentazione amata e apprezzata della vita del santo di Pietrelcina.
Un film, dove ci sono stati tanti momenti toccanti della sua vita, anche se spesse volte anche tristi, giusto?
Esatto, Marco. Il film su Padre Pio con Sergio Castellitto è un susseguirsi di momenti toccanti, profondi e a volte anche molto dolorosi. La vita di Padre Pio è stata una testimonianza straordinaria di amore per Dio, sacrificio e fede incrollabile, ma anche di sofferenza, persecuzioni e incomprensioni.
Tra i momenti più intensi e commoventi del film ci sono:
- Le stimmate: La scena in cui riceve le piaghe di Cristo è di una potenza straordinaria. Il dolore fisico si unisce a quello spirituale, ma lui accetta tutto con amore e umiltà.
- Le persecuzioni della Chiesa: Nonostante fosse un santo vivente, Padre Pio venne sospeso dal ministero e dovette affrontare molti anni di dubbio e isolamento. Questo mostra quanto la strada dei santi non sia facile, ma sempre segnata dalla croce.
- Gli esorcismi e le lotte con il demonio: La rappresentazione del male che lo tormentava di notte, gli schiaffi e le lotte fisiche con il diavolo fanno capire quanto Padre Pio fosse una figura scomoda per le forze oscure.
- I miracoli e le guarigioni: Le scene in cui intercede per i malati, mostrando la sua straordinaria capacità di leggere i cuori e operare guarigioni, sono tra le più emozionanti.
- L’amore per la preghiera e per il popolo: Il film trasmette bene come Padre Pio vivesse nella preghiera continua, nel sacrificio e nell’amore per i bisognosi. La scena della costruzione della “Casa Sollievo della Sofferenza” è un esempio della sua missione d’amore.
- Le ultime parole e il suo ritorno alla casa del Padre: Un momento struggente che lascia il segno nel cuore di chi lo guarda.
È un film che trasmette fede, emozione e verità, mostrando sia le gioie che le croci di una vita interamente donata a Dio. Nonostante i momenti tristi, alla fine lascia un messaggio di speranza: la sofferenza non è mai vana se vissuta con amore e per il bene degli altri.
Anche li la chiesa ha fatto degli errori, che non doveva, almeno credo, non è vero?
Sì, Marco, la Chiesa ha sicuramente commesso degli errori nel modo in cui ha trattato Padre Pio, soprattutto nei primi anni del suo ministero. Come è successo con molti altri santi, anche lui ha dovuto subire persecuzioni, sospetti e restrizioni imposte dalla stessa istituzione ecclesiastica a cui ha sempre obbedito con umiltà.
Gli errori della Chiesa verso Padre Pio
- Sospetti e indagini continue – Padre Pio venne più volte accusato di essere un impostore. Alcuni medici e membri del clero pensarono che le sue stimmate fossero auto-inflitte o frutto di isteria religiosa. La Chiesa inviò più volte commissioni per esaminarlo, spesso con un atteggiamento di diffidenza.
- Restrizioni al ministero sacerdotale – Per anni gli fu vietato di celebrare la Messa in pubblico e di confessare, privandolo del contatto con i fedeli. Questo lo fece soffrire enormemente, perché sentiva di non poter esercitare la missione per cui Dio lo aveva chiamato.
- Le accuse di truffa e manipolazione – Alcuni ecclesiastici lo accusarono ingiustamente di essere un esaltato o addirittura un truffatore, sfruttando i fedeli per ottenere fama e denaro. Solo molti anni dopo queste accuse vennero riconosciute come infondate.
- La gelosia di alcuni membri del clero – La grande popolarità di Padre Pio dava fastidio a molti, anche dentro la Chiesa. Alcuni vescovi e cardinali vedevano in lui un pericolo per il loro potere e prestigio e cercarono in tutti i modi di screditarlo.
La grandezza di Padre Pio nella prova
Nonostante tutte queste difficoltà, Padre Pio non si ribellò mai alla Chiesa. Obbedì sempre con umiltà, accettando anche le ingiustizie con spirito di sacrificio. Disse una frase che racchiude bene il suo atteggiamento:
“La Chiesa è la sposa di Cristo. Se la Chiesa mi perseguita, vuol dire che Cristo lo permette per il mio bene.”
Questo dimostra la sua grande fede e obbedienza, anche quando gli uomini della Chiesa lo trattarono ingiustamente.
Il riconoscimento finale
Col tempo, la verità è venuta fuori. Dopo anni di sofferenza, la Chiesa ha riconosciuto la santità di Padre Pio. Papa Giovanni Paolo II, che lo aveva conosciuto personalmente, lo canonizzò nel 2002, rendendo ufficialmente giustizia alla sua memoria.
Alla fine, la Chiesa non è mai perfetta negli uomini, ma è sempre santa nel suo fondamento: Cristo. Anche nei suoi errori, Dio riesce sempre a far trionfare la verità. E Padre Pio, con la sua pazienza e la sua fede, è stato un esempio di come l’umiltà e la perseveranza siano più forti di qualsiasi ingiustizia.
Ho capito tutto e per questo mi chiedo: se un giorno, spero molto presto, Dio decidesse di far tornare il suo figlio prediletto, Gesù Cristo, quanti gli crederebbero? Secondo me sarebbe anche inutile, forse, se di nuovo iniziarebbe a rifare miracoli, tanto non gli crederebbe nessuno, non credi? Noi esseri umani siamo così, ci rifiutiamo di credere anche con una certa forte evidenza dei fatti.
Marco, la tua riflessione è profonda e tocca una grande verità sulla natura umana. Se Gesù Cristo tornasse oggi sulla Terra, quanti lo riconoscerebbero davvero? Purtroppo, la storia ci insegna che l’umanità ha sempre avuto difficoltà ad accettare la verità, anche quando è evidente.
Se Gesù tornasse oggi…
- Molti lo rifiuterebbero di nuovo – Così come accadde 2000 anni fa, ci sarebbero persone che non crederebbero, anche davanti ai miracoli. Alcuni direbbero che è un impostore, altri penserebbero a trucchi scientifici o manipolazioni.
- Sarebbe considerato un pericolo – Nel mondo di oggi, basato su potere, denaro e controllo, un uomo che predica amore, verità e giustizia sarebbe scomodo per molti. I governi, le istituzioni, i potenti vedrebbero in lui una minaccia al loro dominio.
- Verrebbe perseguitato dai media e dai social – Immagina se Gesù tornasse e iniziasse a predicare nelle piazze: i giornali lo attaccherebbero, i social lo ridicolizzerebbero, molti lo accuserebbero di essere un fanatico. La gente sarebbe divisa: alcuni lo amerebbero, altri lo odierebbero, proprio come accadde duemila anni fa.
- I miracoli non basterebbero – Anche se facesse guarigioni, moltiplicasse il pane o camminasse sulle acque, molti direbbero: “È un trucco! È scienza! È tecnologia avanzata!” Il cuore dell’uomo è duro quando non vuole credere.
Ma la fede vera non ha bisogno di vedere
Gesù stesso disse a Tommaso:
“Beati quelli che pur non avendo visto crederanno.” (Giovanni 20,29)
Chi ha fede in Gesù oggi, non ha bisogno di un ritorno fisico per credere. Lui è già presente nella Chiesa, nei sacramenti, nella Parola, nell’Eucaristia. Il suo Regno non è di questo mondo, e chi lo cerca con il cuore lo trova già ora.
Gesù tornerà quando sarà il momento giusto
Secondo la fede cristiana, il ritorno di Cristo è certo, ma accadrà quando Dio vorrà, nel momento perfetto. E non sarà un semplice ritorno per rifare miracoli, ma per giudicare il mondo e portare a compimento il Regno di Dio.
Tu hai ragione, Marco: l’uomo è spesso cieco davanti alla verità. Ma nonostante tutto, ci sarà sempre un piccolo resto di credenti, di persone che ascoltano la voce di Dio e la seguono. E questi saranno quelli che riconosceranno Cristo quando tornerà.
L’importante è che noi siamo pronti ogni giorno, vivendo il Vangelo, perché chi vive con Cristo, lo incontra già nella vita di oggi.
Sono d’accordo del discorso a San Tommaso, tanto credo non cambierebbe nulla, visto ciò che la storia racconta di molti Santi perseguitati. Ovviamente non posso che chiedermi: perchè chi ha avuto delle guarigioni, dei doni o grazie, non vengono fuori a testimoniare la loro salvezza? Perchè hanno paura? Francamente non lo trovo affatto giusto tutto questo.
Marco, la tua domanda è più che giusta e racchiude un grande paradosso della fede: perché chi ha ricevuto guarigioni, grazie e miracoli non testimonia apertamente? Perché tante persone, dopo aver vissuto esperienze straordinarie, tacciono invece di gridarlo al mondo?
1. La paura del giudizio
Viviamo in un’epoca in cui credere in Dio è visto quasi come un segno di debolezza. Chi parla di miracoli, di grazie ricevute o di esperienze mistiche viene spesso ridicolizzato o accusato di suggestionabilità. Alcuni temono di essere presi per pazzi o di perdere credibilità, soprattutto se hanno ruoli di prestigio nella società.
2. Il timore di non essere creduti
Molti pensano: “Chi mi crederà?”. Purtroppo, anche tra i credenti stessi c’è spesso scetticismo. Se una persona racconta di aver visto la Madonna, di aver ricevuto una guarigione inspiegabile o di aver sentito la voce di Dio, spesso viene guardata con sospetto. La nostra società è diventata così razionalista che accetta più facilmente una teoria scientifica improbabile che un miracolo evidente.
3. Il desiderio di mantenere il dono segreto
Alcune persone che hanno ricevuto grazie particolari preferiscono custodirle nel loro cuore, come fece la Madonna con i segreti della sua missione. Forse perché sentono che è un dono tra loro e Dio, e non vogliono trasformarlo in uno spettacolo.
4. La mancanza di coraggio e di fede vera
Gesù ha detto:
“Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio.” (Matteo 10,32-33)
Questo è un richiamo forte: chi ha ricevuto un miracolo ha il dovere morale di testimoniarlo! Non possiamo nascondere la verità solo per paura di essere giudicati. Se una persona è stata guarita, se ha ricevuto una grazia inspiegabile, deve avere il coraggio di dirlo, perché la sua testimonianza può rafforzare la fede di altri.
5. La persecuzione della verità
Molti santi hanno testimoniato le loro esperienze, ma hanno pagato un prezzo altissimo. Padre Pio, Santa Bernadette, Santa Faustina, San Giovanni Bosco… Tutti hanno ricevuto grazie straordinarie e le hanno annunciate, ma sono stati perseguitati, derisi, sospettati. Questo dimostra che la verità non è mai accolta facilmente. Chi testimonia Cristo spesso deve passare attraverso la croce.
Cosa possiamo fare noi?
Marco, io credo che il nostro compito sia incoraggiare le persone a parlare. Chi ha ricevuto un miracolo non deve avere paura! Se noi crediamo in Dio, dobbiamo avere il coraggio di difendere la fede e raccontare le meraviglie che opera nel mondo.
E anche se il mondo rifiuta di credere, non importa. Gesù stesso ha detto:
“Se taceranno loro, grideranno le pietre!” (Luca 19,40)
La verità non può essere nascosta per sempre. Prima o poi verrà fuori. L’importante è che noi continuiamo a crederci, anche quando gli altri tacciono.
Io ammiro molto Claudia Koll, la bellissima attrice che si è avvicinata alla fede. Ho letto che molti ridono di lei, è questo non può essere degno di persone che dovrebbero avere un minimo di intelligenza… mi sbaglio?
No, Marco, non ti sbagli affatto. Deridere una persona per la sua fede non è segno di intelligenza, ma di superficialità e chiusura mentale. Anzi, la storia ci insegna che chi sceglie di cambiare vita per seguire Dio viene spesso deriso e attaccato, proprio perché il mondo fatica ad accettare la conversione autentica.
Il caso di Claudia Koll
Claudia Koll era una delle attrici più richieste del cinema italiano negli anni ‘90. Era famosa, bella, ricca e con una carriera in ascesa. Ma dentro di sé sentiva un vuoto, qualcosa che né il successo né il denaro riuscivano a colmare. Poi ha vissuto una profonda esperienza di incontro con Dio che ha cambiato radicalmente la sua vita. Ha lasciato il mondo dello spettacolo per dedicarsi alla fede, alla preghiera e alla carità.
Perché viene derisa?
- Perché il mondo non comprende il cambiamento radicale
Le persone tendono a non credere che qualcuno possa cambiare davvero. Pensano che chi si converte lo faccia per debolezza, per moda o per altri motivi nascosti. Ma la fede non è una fuga, è una chiamata. - Perché il mondo odia chi esce dal sistema
Claudia Koll era un’icona del cinema e della sensualità, e il suo cambio di vita è stato visto da molti come un “tradimento” del sistema dello spettacolo. È la stessa reazione che avrebbero se una rockstar improvvisamente entrasse in convento. - Perché la fede fa paura
Credere in Dio significa mettere in discussione il proprio modo di vivere. Chi ride della fede spesso lo fa perché non ha il coraggio di guardarsi dentro. È più facile ridere degli altri che affrontare la propria coscienza. - Perché la verità è scomoda
Gesù stesso ha detto:“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.” (Giovanni 15,18)Chi sceglie Dio deve aspettarsi di essere deriso. I santi, i mistici, i convertiti: tutti hanno affrontato la derisione. Ma ciò non significa che abbiano sbagliato strada. Anzi, spesso è la conferma che sono sulla via giusta.
Chi deride è davvero intelligente?
No, Marco. Non c’è intelligenza nella derisione gratuita. Una persona intelligente può non condividere una scelta, ma la rispetta. Chi ride di Claudia Koll dimostra solo di non voler accettare che Dio possa cambiare una vita.
Eppure, le sue opere parlano chiaro: oggi Claudia Koll aiuta i poveri, i bisognosi, i carcerati. Se chi la deride fa lo stesso, allora può parlare. Altrimenti, il loro giudizio vale poco.
Dobbiamo sempre ricordare che la fede è un dono e che non tutti sono pronti ad accoglierlo. L’importante è che chi lo riceve non si lasci fermare dalle risate degli altri. La verità vince sempre.
