Giovanni 10,11-18
Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.
SEMI DI VITA. Il Signore ci rende unici, ci sceglie, ci ama uno ad uno. E non è un amore di utilità, ragionato, m donato. È bello pensare che la vita sia come un sacchetto di semi: per farla fiorire e perché sia feconda, bisogna disperdere i semi, saperli donare e affidare alla terra. Se li si trattiene nel sacchetto non diventeranno mai una pianta o un fiore rigoglioso. Ognuno ha il proprio dono, che non è mai in perdita, ma che moltiplica la vita. Ringraziamo il Signore per un dono che abbiamo ricevuto in questi giorni.
Buona giornata di cuore
Le sorelle Clarisse (del 1 maggio 2023)