Il Paradiso per due 8

Il Paradiso per due 8

Le dure scelte di vita di Mario, che avrà in mente questa volta?

Il Paradiso per due – Ep. 8Padre Agostino! Nel frattempo, madre e figlio, iniziarono la fisioterapia e dopo alcuni mesi, eccoli in piedi, dopo una lunga degenza, che è stata molto faticosa, sia per loro che per tutti coloro che gli sono stati vicini, medici e infermieri. Mario intanto, aveva fatto sapere al dottor Salvo, quale università aveva scelto e il dottore, gli rispose, che doveva stare tranquillo, avrebbe risolto lui la sua situazione, in quanto conosceva, molto bene il posto. Arrivò, dopo tanta fatica, il giorno tanto atteso, l’uscita dall’ospedale. Mario e la mamma, salutarono tutti, anche gli altri pazienti, loro ne avevano conosciuto veramente tanti, visto che erano stati per parecchi mesi in quell’ospedale. Alla fine di tutto, andarono entrambi all’ambulatorio del dottor Salvo, per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per loro. Come entrarono, il dottore stesso disse loro: Sedetevi qui. Allora volevo comunicarvi, che adesso state bene, però ovviamente, cercare di non sforzarvi e di non fare movimento bruschi o strani, anche se va meglio, cercate di riprendere la vostra vita in mano, ma con moderazione, per quanto concerne il fisico. Ricordate quello che avete passato ok? Non voglio vedervi più qui, come pazienti, ma solo come amici. Allora Mario, tra poco inizierai una nuova sfida, inizierai l’università. Ho pensato a tutto, almeno credo, sono stato in banca, ti ho aperto un conto corrente, ecco la tua carta di credito e bancomat, il tuo appartamento lo trovi qui, ti ho fatto avere l’indirizzo su WhatsApp e poi, ecco le tue chiavi. Chiese Mario: Perché sono due mazzi? Il dottor Salvo sorrise e rispose: Ma come perché Mario, uno è il mazzo di casa e l’altro della tua auto nuova. Ma quanto ha speso dottore, non doveva, spero un giorno possa restituirle tutti i soldi che mi ha dato. La madre emozionata disse: Dottor Salvo, non saprei proprio come ringraziarla per questo gesto che ha fatto verso i nostri confronti. Rispose il dottore: Non mi deve ringraziare di nulla. Adesso Mario, dovrà solo pensare a studiare e prendersi la sua laurea, questo sarà la mia ricompensa. Dimenticavo di dirti, che l’affitto è stato pagato per cinque anni, così starai più tranquillo. Adesso andate, in bocca al lupo per tutto e ricordati Mario, di chiamarmi per qualsiasi problema tu abbia. Dottore mi perdoni, disse Mario, ma come conosce il posto dell’università e quel paese vicino così bene? Il dottore sorrise di nuovo e gli rispose: Caro il mio Mario, dimentichi che io ho girato tanto l’Italia, per laurearmi e per la specializzazione e per questo che conosco tante zone in Italia. Ok dottore, grazie di tutto e ci sentiamo presto. Si salutarono molto fraternamente e Mario accompagnò la madre a casa. Lui intanto, si preparò le valige per partire, dopo una bella doccia calda. Andò a fare la spesa alla mamma, al supermercato sotto casa e quando ebbe risolto e aiutato la madre, a riprendere la sua vita normale, partì per quel paese, che l’avrebbe visto protagonista, non solo negli studi ma anche nella vita. Prima di partire, ovviamente salutò la mamma dicendole: Ecco mamma, è giunto il momento che io vada. Questo è un mio ricordino, mettilo dove ti sembra più opportuno. La mamma, lo aprì davanti a lui quel ricordino, quella cornice, con quel bel disegno e disse: Ma per favore, lo metto nel cassetto, può stare solo lì. Attenta mamma, che un giorno anche tu avrai bisogno di lui. La mamma lo guardò e non disse nulla. Lo baciò e gli disse solo: Buona fortuna figlio mio e li qualche lacrima gli scappò alla mamma, che alla fine di tutto, aveva anche lei un cuore gentile, almeno così voleva credere il figlio. Mario si mise in viaggio per il paese e dopo qualche ora arrivò. Siccome era ora di pranzare, si fermò in un piccolo bar, si fece fare un panino, una bevanda e chiese dove si trovasse la via dove lui doveva andare ad abitare. Gli diedero le giuste indicazioni, arrivò a casa e prima di sistemarsi, si fece un bel giro per le stanze e poi si mise a pranzare. Pensò subito: Chissà quanto avrà pagato di affitto, il dottore per questa casa. Entrata con il cancello, giardino all’esterno, con un bel pezzo di terreno dietro, chissà, potrei fare anche l’orto, tempo permettendo e poi dentro, tutto nuovo, non solo i mobili, insomma è stata ben sistemato. Mario, era felicissimo di quella casa, così bella, così nuova, così moderna e pensava: Ma io, mi merito tutto questo? In quell’istante, che stava pensando così, tirò fuori la sua cornice ed Augusto, gli fece un bel occhiolino e lui subito gli disse: Allora ci sei? Sono contento per questo! Gli anni passarono e nel frattempo, Mario prese confidenza con tutto il paese, perché lui era talmente innamorati di quel Dio, che gli aveva fatto salvare la vita, mandando uno dei suoi angeli custodi, che tutte le sante domeniche, andava alla Santa Messa. Li iniziò a leggere la Parola di Dio, prima lettura, salmo responsoriale o seconda lettura e quando serviva, anche la preghiera dei fedeli. In poco tempo, in quella chiesa erano presenti sempre più fedeli e il parroco non riusciva a capire il perché. Ad un certo punto, dei fedeli, amici più stretti del parroco gli chiesero: Ma padre, come si chiama quel ragazzo che tutte le domeniche legge le letture? Perché chiese il parroco, lo state chiedendo? Risposero: perché quando legge questo giovane, la stessa Parola diventa più importante di quella che già è. Lui lo legge in modo soave, con lui la Parola di Dio diventa facile da comprendere. Rispose il parroco: Non lo conosco e non ho mai pensato a questo. Vedrò di informarmi e vi farò sapere. Arrivò la domenica e dopo la Santa Messa, il parroco raggiunse Mario e gli chiese: Scusami, sono padre Agostino, posso rubarti un po’ di tempo? Certo rispose Mario. Volevo chiederti una cosa: Presumo che tu sei uno studente, ma stai per caso studiando teologia? Rispose Mario: No no, perché me lo chiede? Sto studiando Scienze delle Comunicazioni. Peccato rispose il parroco, sarebbe stato un ottimo sacerdote. Perché mi sta dicendo questo? Perché tutti i fedeli, hanno notato, che tu sei molto diverso dagli altri, nel leggere la Parola di Dio. Vuoi forse raccontarmi qualcosa che ti è successo? Senta padre, rispose Mario, a tempo debito, saprà tutto quello che mi è successo anche lei, non si preoccupi. Adesso non è il caso di raccontare nulla, mi perdoni per questo padre ok? Non ti preoccupare Mario, non fa nulla. In tutti i modi, volevo proporti questo. Qui in parrocchia, manca un catechista, vorresti prendere il suo posto? Ti va? Tu saresti perfetto. Sono sicuro che faresti bene e del bene a tutti. Mario alzò lo sguardo verso il crocifisso, per un attimo guardò quel Gesù sulla croce e disse: Ok padre, cercherò di fare del mio meglio. Mario, in poco tempo, conquistò la fiducia del paese e mentre studiava per la laurea, studiava anche da catechista. Piano piano, si seppe di questo ragazzo, molto bravo e disponibile, che tutti i fedeli lo voleva conoscere, specialmente chi veniva da fuori paese. Tanti poveri andarono da lui per farsi aiutare o semplicemente per un consiglio, così decise di fare una colletta alimentare. Prese dei soldi dal conto e per primo, iniziò a portare del cibo in parrocchia e preparare le buste per la consegna a chi ne faceva richiesta. Padre Agostino era molto felice di quel giovane e ringraziò Gesù Cristo per averglielo mandato, in questo tempo difficile e con molti dubbi. I fedeli lo seguivano, in tutto ciò che faceva e in poco tempo, le provviste erano così tante, che il padre, dovette donare una stanza della parrocchia, solo per questa attività di aiuto, per tutti coloro che soffrivano la fame, ovviamente per mancanza di lavoro e di conseguenza, di soldi. Passarono dei mesi e venne il giorno del suo compleanno. Lui non disse nulla, perché non voleva nessuna festa e regali che sicuramente qualcuno poteva fargli avere. Lui i soldi, li voleva spendere soli per questioni più importanti e non per regali, che per lui sarebbero risultati inutili. In quei giorni notò, che molte persone erano diverse con lui e per questo Mario intuì, che qualcosa stavano preparando per il suo compleanno e si chiedeva: Come è possibile che qualche fedele lo ha saputo? Io non ho detto nulla a nessuno e pensando a un piccolo paesino e le sue usanze, in una tarda sera della settimana, si fece portare più di un bancale di roba da mangiare, c’era di tutto e per tutti e anche questa volta, il suo sesto senso non sbagliò, quella domenica pomeriggio, dopo la Santa Messa, chiesero a Mario di seguirli in parrocchia, per risolvere delle questioni e mentre con qualcun altro degli amici, si dirigevano nella stanza fuori, a un certo punto, uscirono tutti i parrocchiani cantando: Tanti auguri a te. Erano presenti proprio tutti e anche persone che lui non conosceva e ovviamente, erano talmente in tanti, che non riuscì a baciarli tutti, ma ringraziò tutti, con un piccolo discorso. Le altre catechiste, dando gli auguri a Mario dissero: Accidenti, noi abbiamo invitato le persone, ma non potevamo immaginare che ne arrivassero così tante e per questo adesso, cosa diamo a questa gente per festeggiare con noi? Ho visto che sul tavolo, non è rimasto nulla. Mario, senza preoccuparsi più di tanto disse: Non preoccupatevi, immaginavo tutto questo è qualche giorno fa, mi sono fatto consegnare alcune pedane, pieni di vivere, dal cibo buono, sia salato che dolce, alle bevande miste, presente anche qualcosa di alcolico, per i più grandi. Fu una grande e bellissima festa e tutti si divertirono e con la scusa, Mario preparò le buste di viveri, per consegnarle a tutti i poveri presenti alla festa. Molti di loro gli dissero: Che Dio ti benedica, giovane ragazzo. Ad un certo punto, voltandosi, davanti a lui il dottor Salvo e lui subito: Ben rivederla dottore, come mai da queste parti? Mentre parlava con il dottore, passo padre Agostino, che salutò il dottore e andò subito via. Mario chiese al dottore: Ma dottore, mi sembra che lei conosca molto bene il parroco di questa chiesa, o mi sbaglio? Rispose il dottore: Certo che lo conosco. Io quando sono in zona, vengo spesso qui a pregare e per questo ho preso confidenza con lui. Notò che anche altri lo salutavano e si chiedeva: Ma come conosce tanta gente? Io penso che nasconda qualcosa. Mario comunque, non gli chiese nulla, fece finta di niente e la festa piano piano terminò e tutti tornarono alle loro case di appartenenza. Passò ancora qualche anno, Mario oramai era diventato fondamentale per quel paesino e per la sua parrocchia. Tutte le attività, venivano visionate da lui e per questo, decise di formare anche un gruppo, per imparare a creare un vero presepe, per la parrocchia, in quanto nei parrocchiani, era presente un vecchio maestro, oramai in pensione, che si prese il fastidio, di insegnare a quei ragazzi: L’arte di realizzare presepi. Furono organizzati corsi gratuiti e tutti coloro che avrebbero partecipavano, avrebbero formato il gruppo di lavoro. Fu un grande successo, tanti furono i ragazzi partecipanti e si formò un bel gruppo, che sotto la guida del mastro, iniziarono a lavorare per il prossimo Natale. Ovviamente, venne il giorno della discussione della laurea e Mario, qualche giorno prima, andò a prendere la mamma, che contenta, restò per giorni a casa del figlio, che non gli fece mancare nulla. Venne il giorno destinato e con la mamma, si presentò all’università, davanti la commissione, che con molta  attenzione, seguirono quello che stava spiegando. Al termine della discussione, gli diedero il massimo dei voti e quando uscirono da quella stanza, si sentiva molto soddisfatto e già pensava a un master e poi l’esame, per essere iscritto all’Ordine dei giornalisti. Intanto adesso si sentiva un dottore, in Scienze della Comunicazione, ed era tanto felice, che quando uscirono dall’università, tutti erano lì ad aspettarli, compreso padre Agostino. A questo punto, Mario chiese al padre: Ma come lo avete saputo, che oggi mi sarei laureato? Il padre rispose: Le Vie del Signore sono infinite, caro ragazzo, anzi che dico, caro dottor Mario. Dopo aver salutato e ringraziato tutti, Mario e la mamma, tornarono a casa e proprio sotto casa, stava lì che li aspettava, il dottor Salvo, che voleva congratularsi con Mario, per la sua laurea e Mario gli disse: Ma come dottore, lei è tornato qui, solo per me? Non Mario, non preoccuparti, sono solo e sempre di passaggio, quando sono qui. Adesso devo andare, salutami tanto mamma Rosina, la prossima volta la saluterò. Mario, ringraziò di cuore il dottor Salvo e in quel momento pensò: Chissà, forse è ora di scrivere il mio libro, ma questa, è tutta un’altra storia…

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