Il Paradiso per due 7

Il Paradiso per due 7

Ma lei non è Rosina, la moglie di Ugo, il contadino che mi aiutò con le vigne e gli ulivi?
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Il Paradiso per due 7
Immagine di Photo Mix da Pixabay

Il Paradiso per due – Ep. 7 – Il dottor Salvo! Nel frattempo, Mario e la madre, vennero portati in ospedale e lì, subito le giuste cure, così da evitare ancora perdite di tempo. Passarono dei mesi e Mario si senti molto bene, che ebbe una splendida idea e si chiese, se fosse stata l’idea giusta da prendere in considerazione. Mario, era un bravo disegnatore, sia a mano libera che con il computer e aveva tanta voglia di disegnare il suo salvatore, il suo angelo custode, che con il suo saper fare, l’aveva tenuto sveglio, così da essere salvato. Purtroppo, non aveva gli attrezzi necessari per realizzare questo disegno e così, per perdere un po’ di tempo, apri dei cassetti dei mobiletti, presenti nella sua stanza e con grande stupore, vide una bella cornice, con intagli particolari. Lui conosceva quel tipo di lavoro, in quanto aveva un carissimo amico che realizzava cornici e quadri con questi intarsi, queste decorazioni molto belle e pensava che forse era stato lì il suo amico e comunque continuò a cercare in questi cassetti e per sua fortuna, trovò gomme, penne, matite e colori e pensò: Magari adesso trovo anche dei fogli, così da realizzare il mio disegno. Detto è fatto. Nell’ultimo cassetto, trovo i fogli da disegno, proprio quelli che servivano a lui. Immediatamente, senza pensarci due volte, iniziò a creare quel disegno, che per lui era fondamentale, ringraziare Augusto, anche in questo modo e sperava di fare cosa gradita. Lo disegnò con tanto amore e con tanto amore, gli diede dei colori bellissimi, insomma il disegno era terminato ed era un vero capolavoro, che pensò subito: Adesso, lo inserisco in questa cornice e se qualcuno la richiederà indietro, pazienza, la ridarò e quando uscirò la comprerò, speriamo di no, perché una cornice intagliata così, certamente non costerà poco. Mario si senti bene e chiese all’infermiera: Scusami infermiera, quando potrò camminare, adesso mi sento in forma. L’infermiera rispose: Ok Mario, se vuoi scendere dal letto, nessun problema, basta che ti siedi sulla sedia a rotelle. Dovrai iniziare a fare fisioterapia e poi il medico deciderà, quando potrai rimetterti in piedi. Ok rispose Mario, allora mi puoi portare una sedia, che vado a trovare mia madre? Ma certo Mario, rispose l’infermiera. Mario, si sedette su questa sedia e ne era felice. Dopo tanti giorni di letto, paure e angosce, piano piano sentiva di tornare alla vita. Subito andò a trovare sua madre, entrò nella sua stanza e disse: Ciao mamma, come stai, come ti senti? Ciao figlio, rispose la madre, adesso mi sento molto bene e tu invece? Che dirti mamma, anche io mi sento bene, pronto per scalare una montagna. La madre guardò Mario in un modo strano e lo stesso Mario gli disse: Cara mamma, cosa stai pensando? Anzi, cosa vuoi chiedermi? Volevo chiederti del terremoto. Ma quel giorno, con chi parlavi? Sentivo che chiamavi un certo Augusto, ma chi era, te lo ricordi? Rispose Mario: Certo mamma che lo ricordo. È stato il mio, anzi, il nostro angeli custode, che ci ha salvato, guarda un po’, eccolo qui. La mamma scoppiò a ridere dicendo: Che folle che sei, gli hai dedicato anche un disegno, non ci posso crederci. Ma non capisci, che era solo suggestione, per lo stato in cui eravamo? Mamma cara, pensala come vuoi, forse un giorno crederai anche tu, ne sono sicuro. La mamma sorrise e gli disse: Lasciamo perdere queste fesserie, che devo dirti una cosa molto importante, sentimi bene. Questa cosa, che ti sto per dire, non ti è mai stata detta, perché pensavamo che non l’avresti presa bene e comunque adesso, è ora che tu sappia la verità sulla tua sorella gemella. Mario divenne bianco, chiedendo: Addirittura mi avete nascosto una sorella gemella? Credo che sia abbastanza vergognoso tutto questo. La mamma rispose: Ti è stato nascosto, perché tua sorella è morta, dopo essere venuta alla luce, dopo di te, prima sei nato tu e lei purtroppo non è riuscita a sopravvivere, mi spiace. Disse Mario: Ad essere sincero, sentivo dentro di me, una parte che mi mancava, non l’ho mai saputo spiegare, forse è per questo allora, mi mancava l’altra parte di me stesso. Mario con qualche lacrima disse: Ok mamma, mi spiace per tutto quello che vi è accaduto. Adesso, sono io che devo dirti una cosa importante. Dimmi tutto, rispose la madre. Volevo dirti, che io vorrei riprendere gli studi per diventare un importante giornalista, che dici, è un’idea fattibile? L’idea non è male, rispose la mamma, ma con quali soldi? Sai che io non ho soldi vero? Mario allora, scoppiò a piangere e scappò fuori, recandosi nella stanza degli ospiti e pensare di non studiare, lo faceva impazzire e pensava: Devo trovare qualche lavoro da fare, altrimenti non potrò studiare. Mentre Mario pensava sul da farsi, nella camera della madre, entro il chirurgo che l’aveva operato e disse: Salve signora, sono il medico che ha operato lei e suo figlio. Tutto procede bene e tra qualche giorno, inizierete la fisioterapia, così da mettervi in piedi molto presto. Inoltre, volevo chiederle una cosa: Ma lei non è Rosina, la moglie di Ugo, il contadino che mi aiutò con le vigne e gli ulivi? Dottore, credo proprio di sì, ma lei come conosce mio marito? Rispose il medico: Ma suo marito, non le ha mai parlato, di un giovane medico, con moglie e figli, che ha comprato una piccola villa, con una marea di piante da frutto, piante di ulivi e vigneti? Adesso che ci penso, rispose la moglie, credo proprio di sì. Allora lei, è quel medico che lui aiutava con tanto amore, perché diceva che lei sarebbe diventato molto bravo. Ugo, aveva una grande ammirazione per lei. Il dottore disse: Perché mi ha detto aveva, non verrà qui a trovarvi? Ugo è morto parecchio tempo fa e spesso si ricordava del medico, che lui aveva aiutato. Prima di entrare, ho visto un ragazzo uscire piangendo, è suo figlio? Si, rispose Rosina. Sta piangendo, perché lui vorrebbe andare all’università, ma io gli ho detto, che non avevo tutti questi soldi e così è scoppiato a piangere, con tutti quei lacrimoni. Allora, disse il dottore: Mi scusi, vado a parlare con suo figlio, l’ho visto molto turbato. Il medico allora, subito si diresse verso la stanza, dove era andato Mario, così per parlarci un po’. Il medico si sedette vicino a lui, lo salutò e gli disse: Ciao Mario, sono il medico che ha operato, te e tua madre, come ti senti oggi? Salve dottore, rispose Mario e continuò dicendo: Mi sento molto bene fisicamente e meno mentalmente purtroppo. Perché rispose il dottore? Cosa è successo di così strano? Lasciamo stare dottore, questioni di famiglia. Se ne vuoi parlare Mario, io sono qui ad ascoltarti. Rispose subito Mario: Che vuoi che le dica dottore, oggi vengo a sapere che ho perso una sorella gemella, poi non posso andare all’università, per mancanza di soldi, come dovrei sentirmi, secondo lei? Come potrei fare a studiare e lavorare? Che rabbia che ho dentro, accidenti, mi sento disperato. Lo sai disse il dottore, sono qui per raccontarti una storia, ti va di ascoltarla. Rispose Mario: Se proprio ci tiene dottore, io ho tutto il tempo. Allora, disse il dottore, quando ero giovane, dopo la laurea, ho dovuto studiare per la specializzazione in ortopedia. I tempi non erano poi così perfetti e a un certo punto, mi sono ritrovato con una moglie e due figli, uno maschio e l’altra femmina. La mia famiglia non se la passava male e pertanto decisi di acquistare una villetta, con l’aiuto dei miei genitori. Eravamo tanto contento in famiglia, che non ci siamo resi conto che avevamo fatto un errore madornale, comprando quella piccola villa in campagna. Mario chiese: Io non credo che sarebbe stato un errore, a me sarebbe piaciuto abitare in campagna. Il dottore continuò dicendo: Anche a noi piaceva la campagna, ma il problema era stato un altro, che dietro quella villa, erano presenti un’infinità di vigneti e ulivi, come potevamo gestirli noi? Ovviamente, non siamo stati attenti, di tutti ciò, c’è ne siamo accorti, quando ci siamo andati ad abitare. Io e mia moglie ci chiedevamo: Adesso, come facciamo a non fare rovinare tutto questo ben di Dio? Passò qualche giorno e mentre ero in ospedale a trovare un collega, lo stesso era occupato a seguire una visita molto importante, un tumore ai polmoni. Nel frattempo, finì la visita, mi chiamò e mi disse di aspettare qui, che aveva finito. Ovviamente, il paziente era rimasto lì anche lui, in attesa non so di cosa e così iniziammo a scambiarci qualche parola. Lui mi stava raccontando un po’ la sua vita e io la mia e quando gli ho detto del mio grande problema, lui mi rispose: Dottore, non si preoccupi, mi dia il suo indirizzo e numero di telefono, così la contatto e la vengo a trovare, va bene, sono sicuro che la potrò aiutare. Devo dirti Mario, che fu di parola, dopo qualche giorno mi contattò e venne alla villetta e si fece una bella camminata fra quegli ulivi e vigneti, e mi disse che quegli alberi da frutto, erano molto buoni, ricordo che disse: Complimenti dottore, ha fatto un ottimo affare. Gli dissi: Allora mi potrebbe aiutare? Ma certo che posso. Certamente ci vorrà molto lavoro per rimettere in sesto tutte queste coltivazioni, ma sono sicuro, che una volta fatto quanto dovuto, sono sicuro che potrà aprire anche una bella azienda di famiglia. Ricordo che risi quando disse così e purtroppo dovetti dirgli anche, che i soldi erano pochi e pertanto di lasciare stare e lo ringraziai per essere venuto a trovarmi in villa. Disse Mario: Che fa, andò via? Rispose il dottore: Andò via? Ma non ci pensò proprio e mi disse così: Dottore, lei pensi a terminare gli studi, pensi alla sua famiglia, lasci a me questa bellissima campagna e per i soldi lasci stare, li tenga per gli studi, sono convinto che diventerà un eccellente medico. Io rimasi di sasso quando mi disse così. Mi raccontò come voleva procedere con il lavoro, qui in villa, mi raccontò la perdita di una figlia gemella, insomma avevamo la stessa età e ci siamo subito trovati. Pensa Mario, che per anni, due / tre giorni la settimana si presentava in villa con il suo furgone e si scaricava sacchi di terra, poi credo concimi, antiparassitari, nuovi attrezzi per il lavoro, insomma, non si era fatto mancare nulla, segno di una persona che credeva in ciò che faceva. Per tantissimi anni, andò sotto e sopra, sia con il brutto o bel tempo, con il freddo o con il caldo. Una volta, dal balcone lo misi a guardare e vedevo quanta passione metteva nel suo lavoro. In quel momento, stava ripiantando degli alberi, delle piante e posso affermare, con una certa sicurezza, che lui amava quelle piante, le prendeva con tanto amore, credo che per lui fossero come figli. Mario, continuava a sentire quella storia, stando in silenzio e tranquillo. Dopo tanti anni, la villa aveva cambiato proprio aspetto. Davanti, era presente un bel prato verde, con belle piante e fiori giusti, dai colori variopinti a quegli screziati, insomma una goduria per i propri occhi. Invece, dietro la villa, distese di piante di ulivo, vigneti e piante da frutto, che lui aveva curato nel modo migliore possibile. Disse allora Mario: Come può affermare questo? Lei era un medico, mica un contadino? Sai Mario, posso affermare tutto questo, perché grazie a quel lavoro, di tutti quegli anni, che quell’uomo ha saputo dare con amore a quelle piante, oggi, con la mia famiglia, siamo una delle aziende migliori, per l’esportazione, anche online di vino e olio della regione. Inoltre, con i frutteti che abbiamo, realizziamo bevande analcoliche alla frutta. Mario non disse nulla, anzi, voleva sprofondare per quello che aveva affermato in precedenza. Disse il medico: Allora Mario, vuoi sapere come andò a finire? Ma certo dottore, adesso sono proprio curioso. Un giorno, non lo vidi arrivate in villa e per questo decisi di chiamarlo a casa, ma nessuno rispondeva e il giorno dopo, mi venne recapitato una lettera, dove era scritto: “Carissimo dottore, per motivi famigliari, non potrò più venire lì in villa. Oramai, non ha bisogno più di me, ho mantenuto quanto le avevo detto molti anni prima. Adesso le occorre mantenere al meglio, tutto quel ben di Dio che si ritrova. Mi faccia una cortesia, non mi cerchi ok? Non mi deve dare nessun tipo di denaro, sono stato molto felice, di aiutare lei e la sua famiglia. Le chiedo solo un favore: Se in futuro, le capiterà di aiutare una persona, non si tiri indietro, questa sarà la mia ricompensa”. Caro Mario, vuoi vedere la firma? Credo che tu la riconosca. Mario, prese la lettera e lesse: Ugo e disse: Mi vuole dire, che mio padre le ha fatto tutto questo? Proprio così rispose il dottore e gli disse: Caro Mario, tuo padre Ugo, fu un grande uomo, si comportò sempre bene, con me e la mia famiglia e grazie a quel suo lavoro, oggi abbiamo una grande azienda, che da lavoro a tante persone. Mario, poverino era sconvolto con qualche lacrima, che gli scendeva sul la e guance. Ti ho raccontato questa storia, perché era giusto che tu sapessi, chi era tuo padre. Adesso è giunto il momento di ricambiare quel favore. Dimmi di cosa hai bisogno, ti aiuterò io. Dimenticavo, che non mi sono ancora presentato, sono il dottor Salvo, ma questa è tutta un’altra storia…

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