Il Paradiso per due 5

Il Paradiso per due 5

Il Purgatorio, resta in attesa, dell’arrivo di Adriano ed Augusto…
(Tempo di letture, 13 minuti).

Il Paradiso per due 5
Immagine di Ron Porter da Pixabay

Il paradiso per due – Ep. 5 – Purgatorio – Il caro Adriano, rimase di sasso quando Jele, l’Angelo Responsabile, gli disse che il suo prossimo incarico, era anche una nuova destinazione, si parte per il Purgatorio. Adriano, rispose subito: E quando devo andarci? Cosa dovrei fare? Sarò all’altezza di questo primo incarico? Jele sorrise e gli rispose: Non preoccuparti, farai bene e porterai benessere a tutti coloro che avranno la fortuna di incontrarti e allora, Adriano prese la palla al balzo e disse: Allora Jele, volevo farti una proposta, sperando che tu o chi per te,  possa accettare. Dimmi tutto, rispose Jele. Con tanta calma, Adriano gli chiese: Stavo pensando all’importanza di questo primo incarico e certamente sarà un esperienza molto bella e importante e per questo, volevo sapere e chiederti, se Augusto poteva venire con me, così anche lui si renderà conto di tante cose, parlando e incontrando altre anime, che hanno sofferto e che continuano a soffrire per i propri errori. Io penso, che a lui farebbe sicuramente bene, anche per lui sarebbe un’esperienza, molto importante, sotto tutti gli aspetti. Ad un certo punto, comparve l’angelo della morte che disse: Ciao Jele. Volevo dirti di quella ragazza, che abbiamo portato qui in Paradiso ricordi? Rispose Jele: Ma certo che lo ricordo. Fatela un attimino aspettare li, che l’angelo del viaggio, deve accompagnare prima Adriano e Augusto in Purgatorio e poi vediamo cosa dobbiamo fare con lei. Ok allora, rispose l’angelo della morte, aspetto vostre notizie quando prima e detto questo andò subito via. In quel momento, mentre Adriano chiedeva come comportarsi, ecco che si avvicinò una persona di mezza età, vestito di bianco, che disse: Carissimi Adriano e Augusto, preparatevi “fisicamente” e spiritualmente a questo vostro primo incarico. Ricordatevi che nel Purgatorio saranno presenti, anche anime false e cattive e per questo dovremmo essere noi, tanto bravi a riconoscere queste anime così perverse. In quelle parole, Adriano aveva riconosciuto una voce amica e voltandosi chiese: Sa una cosa Santo Padre, l’ho riconosciuto subito, dalla sua soave voce, che per anni, sulla terra, ci ha accompagnato, cercando di insegnare a tutti la giusta strada da percorrere. In quel preciso instante, Adriano si mise in ginocchio è disse: Santo Padre, Buon San Giovanni Paolo II, mi benedica di nuovo, come ha fatto in sogno quella volta, si ricorda? Rispose il Santo: Alzati subito Adriano, non devi inginocchiarti a me, ma davanti all’Altissimo. Ricordo benissimo quel tuo sogno e devo confessarti, che non mi ero sbagliato sulla tua persona. Inginocchiati di nuovo, solo per la benedizione e con la mano sulla testa, il Santo disse: Ti benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nel frattempo, Augusto rimase di pietra ed era molto contento del suo amico, che piano piano, ne aveva sempre più stima e amicizia e ad un certo punto San Giovanni Paolo II, voltandosi verso Augusto, gli disse: Augusto, inginocchiati, che voglio benedire anche te. Augusto, non rispose nulla e con una certa paura, si inginocchiò davanti al Santo che disse: Augusto, io ti benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Mentre Augusto si alzava da quella posizione, il Santo gli disse, mettendogli una mano sulla spalla: Bravo Augusto, continua ad aprire il tuo cuore, a tutti coloro che ne avranno bisogno. Sono certo, che diventerai un angelo eccellente anche tu. Ad Augusto, quelle parole furono molto importanti e subito rispose, con qualche lacrima, per la forte emozione: Grazie Santo Padre, farò certamente tesoro di quello che mi ha detto. Cercherò di fare sempre del bene e cercherò di essere sempre migliore, per me e per gli altri. San Giovanni, non rispose nulla, si limitò a un forte sorriso e così scomparve. Jele disse: Adesso che avete avuto anche la benedizione di un grande Santo, potete andare con l’Angelo del viaggio, così vi porterà a destinazione. Le due giovani anime salutarono e si diressero verso l’angelo, che doveva accompagnarli e arrivati sul posto, lo salutarono e senza accorgersene, si ritrovarono in un luogo molto alto, in quanto erano montagne altissime, molto estese e tutto intorno, distese di acqua, insomma un luogo non molto allegro. Iniziarono a camminare, giù e su per queste montagne molto aride e a un certo punto, si sentono salutare e voltandosi vedono un uomo vestito tutto di bianco e Adriano disse: Ma Santo Padre, ci sta seguendo? Caro Adriano, non sono il Santo Padre, che hai già incontrato e voltandosi sorrise. Adriano disse: Ci scusi Santo Padre, meglio conosciuto come il Papà Buono e per meglio dire: San Giovanni XXIII o mi sbaglio? Bravo ragazzo, hai detto tutto giusto. In sotto voce, disse Augusto: Andiamo bene, abbiamo già conosciuto due Santi in poco tempo! Adriano disse: Augusto, taci e inginocchiati ok? Il Santo Padre disse: Ancora a inginocchiarvi. Non serve a nulla inginocchiarvi al nostro cospetto. Come già vi è stato spiegato, solo davanti l’Altissimo, se avrete il privilegio di incontrarlo, dovrete inginocchiarvi ok? Ok risposero entrambi. Il Papà buono disse: Vi ho voluto incontrare, perché questo vostro primo incarico, ricordandovi che non sarà, dovunque sarete o andiate, non scordatevi mai di lottare per la pace. Pace per tutti gli uomini di buona volontà, non scordatelo mai. Insegnate sempre la pace a tutti, grandi e piccini, giovani e vecchi, insomma ricordatelo sempre e Augusto disse: Ma come Santo Padre, giovani e vecchi, grandi e piccini, qui siamo in cielo, non siamo tutti uguali? In quel momento, anche il Papa buono, scomparve davanti ai loro occhi. Nel frattempo Adriano disse: Allora Augusto, stavo pensando di dividerci, come già abbiamo fatto una volta, così da rincontrarci proprio qui ok? Che ne pensi dell’idea? Ok rispose subito Augusto, allora ci ritroveremo qui. I due amici allora, si diressero nei due lati opposti. Poco dopo, mentre Augusto si guardava intorno, sentì un lamento, anzi, sembrasse proprio che qualcuno stesse pregando e allora tentò di avvicinarsi sempre di più e a un certo punto si sentì chiamare: Ciao, cosa vuoi? Perché mi stai spiando? Rispose Augusto: Io stavo solo cercando di capire, da dove venivano le voci, che avevo sentito, e siccome non riuscivo, mi sono avvicinato. Comunque mi presento, mi chiamo Augusto, sono qui per esplorare questo luogo. Ciao Augusto, io mi chiamo Leila, sono una ragazza molto depressa è sono molto arrabbiata e dispiaciuta, che non merito assolutamente niente da nessuno e per questo lasciami in pace, con il mio dolore straziante. Domandò Augusto: Ma come mai ti trovi qui in Purgatorio? Che cosa hai fatto di sbagliato in vita? Augusto continuò dicendo: Comunque ti è andata abbastanza bene, poteva essere anche l’inferno, non è vero? Rispose la ragazza: Certo che hai ragione, ma forse era proprio l’inferno, quello che io, la mia sporca anima meritava. Ma che dici, rispose Augusto. Tutti abbiamo una seconda possibilità, anche qui credo che venga data, altrimenti perché esisterebbe questo luogo? Mi puoi raccontare, cosa hai fatto, di così grave? Proprio in quel momento, Leila scoppio a piangere, talmente tanto, che non riusciva a fermarsi, solo quando Augusto le disse: Ti va di raccontarmi cosa ti è successo? Chissà, forse in qualche modo, potrò aiutarti. Leila, per un attimo non disse nulla, per un attimo lo fisso negli occhi è disse: Ok Augusto, allora mettiamoci comodi. Non saprei neanche da dove iniziare, disse Leila ad Augusto e lui stesso gli rispose: Siediti qui Leila, libera la tua mente, da ogni brutto pensiero, ricorda solo tutto ciò di bello hai fatto, per te e per gli altri. Ad un certo punto, Leila iniziò a raccontare ciò che gli era accaduto in vita e disse: Ricordo benissimo quella sera. Ero in auto, ero appena uscito dal bar per un cicchetto con gli amici e abbastanza sbronza, mi sono messa in auto e mentre stavo tornando a casa mia, ho attraversato una strada con il semaforo rosso e mentre attraversavo questo incrocio, sono andato addosso ad una bellissima BMW, che proprio in quel momento stava attraversando l’incrocio. Purtroppo ho frenato, ma l’impatto è stato così violento, che l’altra auto ha avuto la peggio è subito sono scesa. Davanti gli occhi miei, questo ragazzo, con la faccia insanguinata, che si lamentava e cercava anche aiuto dicendo: Aiutatemi vi prego, non voglio morire! Sentite queste parole, decisi di scappare, cercando di non farmi vedere da nessuno. Purtroppo, andavo molto veloce, non so di preciso quanto il quadro mi segnasse, ma purtroppo poco dopo più avanti, sono morta anche io, sono finita contro un albero di grandi dimensioni ed eccomi qui, con un grande rimorso, che non riesco proprio a mandare giù. Come ho potuto comportarmi in questo modo, io che mi sono sempre comportata bene, in qualunque situazione, anche la più difficile? Cara Leila, rispose Augusto: Sai, l’uomo spesse volte, per colpa del panico, in queste situazioni difficili, reagisce in questo modo, anche se si rende conto che sta sbagliando e comunque sia, la prima cosa che fa, scappa via, sperando in cosa poi, forse non lo sa neanche lui, senza pensare che poi bisogna fare i conti con la propria coscienza. Hai perfettamente ragione, rispose Leila e continuando disse: Io mi sento proprio così confusa, arrabbiata, non fiera di me stessa, dopo aver fatto quel brutto torto a quel ragazzo. Come posso chiedere a un Dio giusto e comprensivi, di accettarmi in Paradiso, quando io non riesco a perdonare me stessa? Come faccio, me lo spieghi per cortesia? A queste parole, Leila pianse lacrime amare. Augusto, sapeva per certo, che quelle erano lacrime vere, lacrime di una persona che veramente stava soffrendo per un cattivo comportamento avuto in vita e che non riusciva a perdonarsi. Solo lui poteva vedere, che le lacrime che uscivano da quegli occhioni, erano rosso sangue e non capiva, come poteva vedere tutto questo. Nel frattempo Leila, guardava a terra, non riusciva a guardare negli occhi neanche Augusto, che cercava di rincuorare la stessa ragazza, che aveva smesso di parlare e a quel punto disse Augusto: Cara Leila, io posso solo dirti, che quel ragazzo sta bene, stai tranquilla. Adesso pensa alla tua anima. Tu hai un cuore puro, bello, che ha voglia di aiutare il prossimo tuo, non stare lì in passione, prega, prega tanto, che l’Onnipotente certamente ti darà una mano. A queste parole, Leila si gettò nelle braccia di Augusto dicendo: Grazie caro Augusto, tu sei un angelo. Adesso farò come mi hai detto tu e staccandosi da quelle braccia, Augusto ebbe una visione. In un attimo, rivive quegli instanti dell’incidente, raccontata da Leila, poco prima e si rese conto, che quel giovane, era proprio lui. Per un’instante, anche Augusto guardò a terra e per un attimo, la rabbia lo assalì senza nessuno scampo e proprio in quel preciso istante, Leila disse: Adesso ho capito, sei proprio tu quel giovane vero? Adesso è tutto più chiaro. Dimmi la verità Augusto, è così vero? Ho ragione? Sei tu che ho lasciato su quella strada. Possa tu perdonarmi per quello che ti ho fatto. Augusto allora, riprese subito il controllo e pensò: Devo controllarmi e perdonare questa ragazza, altrimenti che cosa ho capito del Paradiso? Cosa mi ha insegnato Adriano, quando insieme siamo arrivati, davanti a quel famoso ingresso? Augusto, prese la mano di Leila e disse: Cara Leila, si sono io quel giovane, che hai lasciato lì, su quella strada maledetta. Ma stai tranquilla, sei una ragazza per bene, brava, buona e certamente avrai capito la lezione che ti ha voluto dare nostro Signore. Adesso vai, aiuta altre anime impure, a pregare per la gloria di nostro Signore e per le loro anime impure. Grazie di cuore, rispose Leila, farò come hai detto tu. Aiuterò tutte coloro che si troveranno in difficoltà. La mia brutta esperienza, dovrà essere di aiuto, per migliorare le anime, che incontrerò sul mio cammino e Augusto, posizionando la sua mano destra, sul cuore di Leila disse: Adesso vai e non guardarti indietro. Mentre Augusto, stava andando via, si accorse che era presente qualcuno lì vicino e senza nessun problema disse: Allora Adriano, vuoi uscire da lì? Che fai mi spii? Da quando stai lì? Rispose Adriano: Giusto il tempo per capire, che tu sei comportato molto bene e che hai salvato quell’anima inquieta. Io certamente, non avrei fatto meglio. Rispose Augusto: Quello che dici non è giusto. Sicuramente tu avresti fatto molto meglio di me. Posso solo dirti, che ho sentito delle nuove sensazioni, sensazioni negative di quella ragazza, la sua sofferenza interiore, ma come mai mi è capitato tutto questo? Non preoccuparti, andiamo subito da Jele, lei saprà cosa risponderti e a un certo punto vedono l’angelo del viaggio, che dice loro: Andiamo, che Jele vuole vedervi entrambi, è subito ripartirono per il Paradiso, ma questa, è tutta un’altra storia… 

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