Pratiche religiose

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«Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

Matteo 9,14-15

Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: “Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.

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PRATICHE RELIGIONI – DIGIUNO Esiste una rapporto strettissima tra le “pratiche religiose” e la relazione con Dio. Nel cristianesimo il digiuno, così come la preghiera e l’elemosina, non sono delle pratiche ascetiche in vista di un perfezionamento personale, ma devono aprire alla relazione con il Signore e con gli altri. Il digiuno, in particolare, è un’esperienza di limite che aiuta ad aprirci alla presenza di Dio nella nostra vita, rinunciando alla presunzione di autosufficienza. Se non è compreso in questo orizzonte, il digiuno può diventare l’espressione del nostro narcisismo e del nostro autocompiacimento. Fino a trasformarsi in una gara con noi stessi per testare quanto siamo bravi. Se invece è l’occasione in cui, volontariamente, ci apriamo ad un’esperienza di debolezza, sentiremo crescere in noi il desiderio di Colui che è pane di vita e acqua che disseta. Di Colui che davvero ci può saziare. “Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perché all’osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito.” (dalla liturgia)

Buona giornata!
Le sorelle Clarisse (del 19 febbraio 2021)

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