Marco 13,33-37
Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”.
SVEGLIAAA!! Un portiere che non deve addormentarsi: questa è tra le più interessanti definizioni di un cristiano. Uno che più di tutti gli altri, deve avere gli occhi aperti affinché non entrino malintenzionati, ladri, imbroglioni. Sta attento a togliere ogni foglia secca, e ogni cartaccia che il vento spinge nell’atrio del suo palazzo. E giorno e notte è a disposizione di ogni problema che ha qualsiasi inquilino.
Sì, perché si è cristiani non per se stessi, ma principalmente per gli altri. Il Signore c’ha dato la fede non per esercitarla nella solitudine, ma perché diventi servizio agli altri, responsabilità nei confronti della storia.
Ognuno di noi, allora, dovrebbe domandarsi: “Qual è il mio condominio? Chi sono gli inquilini affidati alle mie cure?” Ci accorgeremo ad un tratto che nostra moglie, nostro marito, i nostri figli, i nostri amici, i nostri colleghi, i nostri vicini di casa, quella situazione, quel problema, non sono casuali, ma sono solo un grande “condominio” in cui il Signore c’ha messo a guardia, al lavoro.
Stiamo desti quindi! Perché un portiere addormentato non è utile a nessuno, anzi: è persino pericoloso.
Buona prima domenica di Avvento
Le sorelle Clarisse (del 3 dicembre 2024)