Giovanni 15,1-8
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
LA VITE DA VITA. L’immagine della vite era molto conosciuta dal popolo d’Israele, infatti, nel salmo 80 si canta la storia del popolo di Dio rappresentato dalla vite che viene divelta dall’Egitto per trapiantarla nella terra promessa. Perché la vite porti molto frutto ha bisogno che i suoi tralci rimangano uniti e attaccati ad essa. Questo è il forte richiamo che Gesù fa ai suoi discepoli allora come oggi. Chi non rimane con Gesù diventa un tralcio arido che viene bruciato nel fuoco. Come Gesù ha glorificato il Padre rimanendo fedele sino alla morte in croce così anche noi siamo chiamati ad essere fedeli al suo volere prolungando la sua missione redentrice nel mondo. Signore aiutaci ad essere tuoi servi fedeli nel mondo
Buona giornata
Le sorelle Clarisse (del 10 maggio 2023)